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L'Importanza di Amare i Propri Nemici


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Di David Wilkerson
3 Luglio 2000
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Se affermi di non avere nemici, voglio farti un'offerta. Ti propongo di scrivere un libro nel quale spiegare come sei riuscito a non avere neanche un oppositore. Il tuo libro diventerà sicuramente un bestseller.

Potresti spiegare come sei riuscito ad evitare gelosie, ostilità ed invidie nei tuoi riguardi. Potresti raccontare come mai nessuno ha mai cercato di ostacolare i tuoi piani, deragliare il tuo futuro o mandare in fumo i tuoi obiettivi. Potresti spiegare come mai nessuno ti ha mai fatto del male, o ti ha impedito di realizzare un desiderio o ha mai progettato un'offesa distruttiva nei tuoi confronti.

Non voglio essere presuntuoso o sarcastico. Ma il fatto è che queste cose sono quelle che ti fanno avere dei nemici. Ed ognuno di noi ha fatto almeno una di queste esperienze.

Naturalmente, ogni cristiano ha un nemico nella persona del diavolo. Gesù ci dice che è lui che semina la gramigna nelle nostre vite (vedi Matteo 13:39). Allo stesso modo, l'apostolo Pietro ci mette in guardia a proposito di Satana: "Siate sobri, vigilanti; perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente, cercando chi possa divorare" (1 Pietro 5:8).

Eppure Gesù ci ha detto chiaramente che non dobbiamo avere nessun timore del diavolo. Il nostro Signore ci ha dato ogni autorità e potestà su Satana e sulle sue forze demoniache: "Ecco, io vi do ogni potestà per calpestare serpenti e scorpioni, ed ogni potenza del nemico: e niente potrà farvi del male" (Luca 10:19). Cristo ha dichiarato apertamente che il nostro combattimento contro Satana è già stato vinto. Abbiamo in noi la potenza per resistere ad ogni tentativo che il diavolo compie per divorarci.

Voglio soffermarmi invece sui nostri screzi con i nemici umani - oppositori in carne ed ossa, persone con le quali forse viviamo o con cui lavoriamo. Vedete, quando Pietro usa la parola "divorare", il suo significato greco è "cercare in ogni modo di ingoiare in un sol boccone". Pietro sta parlando di qualsiasi cosa - un combattimento, una prova o una tentazione - che cerca di inghiottirci e di deprimerci, intimorirci o scoraggiarci.

Potrete forse testimoniare di aver ottenuto una grande vittoria in Cristo. Avete forse resistito con successo a tutte le tentazioni, a tutti i desideri impuri, a tutte le concupiscenze, a tutto il materialismo di questo mondo. Ma allo stesso tempo probabilmente siete stati divorati da una lotta continua contro un nemico umano. Qualcuno è insorto contro di voi - manifestando invidia ed amarezza, mal interpretando i vostri motivi e le vostre azioni, macchiando la vostra reputazione, opponendosi ad ogni vostro motivo e cercando di distruggere il piano di Dio per la vostra vita.

Questo attacco umano vi ha privato della vostra pace. Avete forse dovuto spendere del tempo prezioso nel tentativo di spiegarvi e difendere le vostre azioni. E dopo un po', il conflitto ha iniziato a consumare tutti i vostri pensieri, costandovi molte notti insonni. Ed ora ha intaccato la vostra famiglia, i vostri rapporti e persino la vostra salute fisica.

Se questa situazione vi descrive, allora siete stati già divorati da un nemico - ingoiati da una prova inflittavi dal vostro avversario umano.


L'Antico Testamento Sembra
Alimentare la Nostra Speranza Segreta
Che Dio Giudicherà I Nostri Nemici.


La legge dell'Antico Testamento reclama vendetta - occhio per occhio, dente per dente. Il suo messaggio sembra essere: "Signore, tu vedi ciò che mi ha fatto il mio nemico. Ora, perseguilo e rivendicami".

È molto più facile comprendere quest'attitudine imparando qualcos'altro sui pericolosi nemici di Israele. Il grido di guerra degli Egiziani era: "Il nemico diceva: "Inseguirò, raggiungerò, dividerò le spoglie, io mi sazierò di loro; sguainerò la mia spada, la mia mano li sterminerà" (Esodo 15:9). E Dio fu fedele nel vendicare Israele contro i suoi nemici: "Ma tu hai soffiato il tuo vento e il mare li ha sommersi; sono affondati come piombo in acque profonde" (15:10). "Tu hai steso la destra, la terra li ha ingoiati" (15:12).

Immagino già di sentire i discorsi di alcuni cristiani: "Io voglio che Dio faccia questo ai miei nemici. Che li annulli e li disintegri! Dopo tutto, mi hanno fatto esattamente ciò che gli egiziani fecero ad Israele. Mi hanno inseguito, mi hanno raggiunto, hanno diviso le mie spoglie. Quindi posso usare questo brano biblico per chiedere a Dio di spazzare via i miei nemici".

Ma se cerchiamo di trarre conforto dal modo di agire del Vecchio Testamento- anche contro i nemici non convertiti - ci sottomettiamo ai legami della legge.

Davide fece delle affermazioni abbastanza cruente sui suoi nemici. Egli implorò Dio: "Tutti i miei nemici siano confusi e grandemente smarriti; voltino le spalle per la vergogna in un attimo" (Salmo 6:10). Stava dicendo in pratica: "Mettili al tappeto, Signore - non dargli riposo a motivo di quello che mi hanno fatto".

In un'occasione, il nemico di Davide era un suo intimo amico, uno del popolo di Dio. Davide fu profondamente ferito da quest'amico, uno al quale aveva stretto la sua anima. Quest'uomo era il suo compagno di preghiera, una persona con la quale condivideva il suo amore per Dio. Eppure quest'amico indefesso si rivoltò contro Davide e lo tradì, lasciandolo ferito, arrabbiato e confuso.

"Se mi avesse offeso un nemico, l'avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico. Ci incontravamo con piacere; insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio" (Salmo 55:12-14).

In effetti, Davide stava dicendo: "Se questa fosse stata una persona comune, l'avrei potuto sopportare. Ma lui era un amico intimo, una persona cristiana. E questo non l'ho potuto sopportare".

Credo insieme alla stragrande maggioranza degli studiosi della Bibbia che l'amico in questione era Ahitofel, il suo consigliere e allo stesso tempo confidente. I due solevano consultare le opinioni l'uno dell'altro su ogni argomento. Ogni volta che Davide si recava nella casa di Dio per adorare, Ahitofel era al suo fianco, agendo per lui come un oracolo del Signore. E Davide apriva il suo cuore ad Ahitofel, pensando di avere un amico spirituale.

Eppure questo stesso Ahitofel - che sembrava così saggio e spirituale, così umile e sottomesso a Davide e alla sua causa - improvvisamente si rivoltò contro il re, diventando suo nemico. In effetti, Ahitofel divenne così ostile verso Davide che aizzò molte persone contro di lui. Coinvolse persino il figlio di Davide, Absalom, nel tentativo di ucciderlo.

Davide lamentava: "Le parole della sua bocca erano più soavi del burro, ma nel suo cuore c'era guerra: le sue parole erano più dolci dell'olio, ma nascondevano la spada" (Salmo 55:21). Stava dicendo: "Pensavo che Ahitofel fosse mio amico. Parlava in maniera così dolce, dicendomi di desiderare il meglio per me. Ma poi mi ha pugnalato alle spalle".

Questo tradimento causò un continuo atteggiamento prevenuto da parte di Davide. Diceva: "Ogni giorno contorcono le mie parole: tutti i loro pensieri sono contro di me nel male. Si riuniscono insieme, si nascondono, seguono i miei passi e attentano alla mia anima" (56:5-6). Davide sospirava: "Controllano ogni mio movimento, cercano di farmi cadere".

Pieno di rabbia, di dolore e di depressione, Davide gridava impetuosamente: "Che la morte li colga, e scendano presto nell'inferno: perché nel loro cuore c'è malvagità" (55:15). Stava dicendo, in altre parole: "Signore, uccidi questo traditore. Non farlo vivere a lungo. Mandalo all'inferno per quello che mi ha fatto".

Nonostante avesse pronunciato queste parole, Davide si dichiarava innocente. Testimoniava: "Quanto a me, io invocherò Dio... la sera, la mattina e la notte pregherò" (55:15-17). Davide stava dicendo: "Signore, sai che ho fatto di tutto per piacerti. Non ho toccato quest'uomo - eppure si è rivoltato contro me. E' diventato il mio nemico".

Queste sono le parole dello stesso buon re che pianse quando il suo nemico assassino, Saul, fu ucciso in battaglia. Davide si stracciò le vesti ed invitò i suoi amici a digiunare e pregare, dicendo: "E' caduto un gigante di Israele. Saul era un meraviglioso uomo di Dio". Eppure Davide dice ora di Ahitofel, suo ex amico: "Uccidilo, Dio. Mandalo subito all'inferno". Poi giustifica la sua attitudine dicendo: "Sono un uomo di preghiera. Sto sempre in ginocchio".

Spesso noi cristiani siamo proprio come Davide. Feriti e depressi, invochiamo vendetta contro i nostri nemici: "Signore, non farli vivere un altro giorno".


Sei Mai Stato Tradito
da un Amico Intimo?


Forse conosci qualcuno che all'inizio diceva a tutti di volerti tanto bene. Ma poi, zac! - quell'amico ti ha pugnalato alle spalle. Ti si è rivoltato contro ed ora fa di tutto per ferirti.

Forse sei separato o divorziato ed ora il tuo ex ti sta perseguitando. Una volta eri convinto che ti amava e ti rispettava. E' venuto con te all'altare, promettendo di condividere la sua vita insieme a te. Agli inizi le sue parole erano dolci e gentili, e tu pensavi: "Stiamo così bene insieme. E' il mio più caro amico".

Ma ora ti ha dimenticato, forse per qualcun altro. E va in giro a calunniarti - sparlando di te e cercando di distruggerti. La notte prendi sonno piangendo e pensando: "Pensavo di conoscerlo. Com'è potuto cambiare così?"

Forse il tuo nemico è un amico intimo, personale - forse un collaboratore nel ministero o un tuo vice. All'inizio, quest'amico sembrava pio e sottomesso, e tu ne avevi fiducia. Ma improvvisamente, senza alcun motivo apparente, ti si è rivoltato contro. Non hai fatto niente per provocare la sua opposizione. E in effetti, anche quando si è comportato male, tu gli sei rimasto amico. Ma non riesci a sopportare il veleno che sputa quando parla di te agli altri - bugie, cattive parole, manipolazioni. E la ferita ti brucia di più perché era un amico.

Alcuni lettori potrebbero chiedere: "Ma accadono veramente queste cose nel corpo di Cristo? Non vedo come questo possa succedere ad un vero cristiano". Triste a dirsi, tutto questo è fin troppo vero.

Conosco un brav'uomo d'affari il quale fu invitato a servire nella commissione di un'organizzazione cristiana. Durante il suo primo incontro, fu scioccato dalla politica e dai modi di fare di cui fu testimone. Mi chiamò disgustato, chiedendomi: "E' così che funziona in tutti i ministeri? Mi aspettavo questo genere di cose negli affari secolari, ma sono scoraggiato da quello che ho visto ed udito fra questi uomini. Non posso sedermi nello Spirito di Cristo cercando di far fronte ai loro disaccordi".

Vi dirò: è impossibile essere veramente santi senza ubbidire totalmente al comando del nostro Signore di amarci l'un l'altro. Gesù ha detto: "Tutta la legge si racchiude in questo comandamento - amare Dio con tutto il cuore ed amare il prossimo come se stessi" (vedi Matteo 22:37-40). Allo stesso modo, Dio mette alla prova il nostro amore per Lui attraverso l'amore che mostriamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Cristo. "Se uno dice: Io amo Dio, e poi odia suo fratello, è un bugiardo: perché chi non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non ha mai visto?" (vedi 1 Giovanni 4:20).

Puoi cantare le lodi di Dio nella chiesa, puoi servire del cibo ai senza tetto - ma se hai anche un minimo risentimento verso qualcuno, il tuo amore per Dio è vano. La Scrittura dice che se covi del male nel tuo cuore verso un altro, sei un ipocrita agli occhi di Dio.

Amare quelli che ci hanno ferito non è un'opzione, ma un comando. "Questo è il suo comando: che crediate nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e vi amiate gli uni gli altri, come ci ha comandato" (1 Giovanni 3:23). "Queste cose vi comando, che vi amiate gli uni gli altri" (Giovanni 15:17).

Puoi protestare: "Signore, ti servirò, ti loderò, ti adorerò, farò dei sacrifici per te - ma non pretendere che deponga questo peso. Se solo capissi cosa sto passando, non mi chiederesti di farlo. Non posso farlo, va oltre le mie capacità".

No - puoi farlo. Gesù dice che ci ha dato ogni potestà sul nemico. Il Suo Spirito Santo ci dà la forza di perdonare, anche quando siamo stati profondamente feriti.

Vedete, come membri del corpo di Cristo, dovremmo reagire secondo le direttive donateci dal nostro capo, Gesù. Pensate un po': neanche un singolo movimento delle dita o persino un batter d'occhio accade senza il controllo del cervello. Perciò, se Cristo è il nostro capo, tutti i suoi membri devono muoversi secondo i suoi pensieri. E Lui ha espresso chiaramente il suo pensiero al riguardo: "Siate amorevoli l'un l'altro, gentili, perdonatevi a vicenda, come Dio per amor di Cristo ha perdonato voi" (vedi Efesini 4:32).

Stai agendo secondo la sapienza di Cristo? O sei diventato il capo di te stesso, indipendente da Lui? Hai perdonato con amore il tuo nemico, proprio come Gesù ha perdonato te? O serbi ancora rancore, permettendo ai tuoi peccati di insorgere contro di te?


Ho Un Buon Olio di Ricino per Voi.


Spesso il comando divino di amare i nostri nemici sembra una medicina amara e disgustevole. Ma, come l'olio di ricino che ho dovuto ingoiare quand'ero piccolo, è una medicina che guarisce. Molti cristiani non sono disposti a prendere questa medicina. La vedono scritta nella Bibbia, ma non la prendono in considerazione. Si sentono giustificati nel disprezzo per i loro nemici.

Eppure Gesù stabilì chiaramente: "Avete sentito che è stato detto: Amerai il tuo prossimo ed odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite chi vi maledice, fate del bene a chi vi odia e pregate per quelli che vi disprezzano e vi perseguitano" (Matteo 5:43-44).

Gesù stava forse contraddicendo la legge? Nient'affatto. Stava contrariando lo spirito della carne che era subentrato alla legge. A quel tempo, gli ebrei amavano solo i loro consimili. Un ebreo non poteva stringere la mano ad un gentile, ed i suoi vestiti non potevano neanche sfiorare un estraneo. Eppure questo non era lo spirito della legge. La legge era santa, istruttiva: "Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare del pane; e se ha sete, dagli dell'acqua da bere: perché così radunerai dei carboni accesi sul suo capo, ed il Signore ti ricompenserà" (Proverbi 25:21-22).

Gesù si stava riferendo inoltre alla legge del Vecchio Testamento relativa alle ferite e alle offese. Egli dichiarò: "Voi avete udito che fu detto: occhio per occhio, dente per dente. Ma io vi dico: non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra" (Matteo 5:38-39).

Sotto la legge mosaica, tutti quelli che provocavano un'offesa dovevano essere puniti allo stesso modo - offesa per offesa, ferita per ferita. Ma non funziona così nel ministero della grazia di Cristo. Il comando di Gesù di amare il nostro prossimo comprende anche i nostri nemici.

Potreste domandare: "Dobbiamo forse amare la gente malvagia - i dottori che causano aborti, i politici corrotti e gli omosessuali che dichiarano che Gesù era gay? La Bibbia non ci dice forse di ribellarci al peccato e resistere ai malvagi?" Si, è vero. Ma dobbiamo resistere alle azioni malvagie di queste persone senza odiare loro.

Forse desideri far tua la preghiera di Davide: "O Signore, non odio forse quelli che ti odiano? E non sono addolorato per quelli che insorgono contro di te? Li odio di un odio perfetto: li considero miei nemici" (Salmo 139:21-22). Eppure, persino Davide alla fine scoprì il vero spirito della legge. Egli imparò che è possibile odiare il peccato senza odiare la persona che l'ha commesso. Infatti scrisse: "Io odio l'opera di quelli che si ribellano" (Salmo 101:3). "Io odio ogni falsità" (119:104). "Io odio ed aborro le loro menzogne" (119:163).

Considerate l'esempio di Gesù. Egli si trovò ad affrontare la malvagità di tutte le autorità di quei tempi - gli ufficiali del governo, i capi politici, i leader ecclesiastici. Tutte queste persone diventarono nemiche di Cristo, andandogli contro. Eppure all'apice del suo dolore - in punto di morte - Gesù pregò: "Padre, perdona loro" (Luca 23:34).

Stefano avrebbe avuto il pieno diritto di resistere a coloro che lo lapidavano. Avrebbe potuto puntare il dito a quei leader religiosi corrotti, dicendo: "Ci rivedremo nel giorno del giudizio. Non la farete franca. Dio vi punirà per questo peccato". Ma, invece, Stefano seguì l'esempio di Gesù. Pregò: "Signore, non imputare loro questo peccato" (Atti 7:60).

Quando Miriam insorse lamentandosi contro suo fratello Mosè, commise un peccato mortale. E Dio fu fedele nel rivendicare Mosè, colpendo la sorella di lebbra. Eppure Mosè non gioì per le sofferenze di Miriam. Il suo cuore ne fu addolorato, e perciò implorò Dio di guarirla: "Guariscila ora, o Signore, ti prego" (Numeri 12:13).

Paolo fu circondato da ipocriti che lo tradirono e lo accusarono. Persone di ogni genere si opposero a Paolo - politici corrotti, intere società, sodomiti romani che lo odiavano perché si opponeva alle loro pratiche omosessuali. Persino delle chiese insorsero contro di lui. Insegnanti adirati, gelosi per le rivelazioni che Paolo aveva ricevuto, lo ingiuriarono e lo beffarono. Altri lo accusarono di rubare il denaro.

Non vi confondete - Paolo odiava il peccato di queste persone. I loro inganni lo addoloravano, ed egli continuava a puntare il dito contro i loro misfatti. Ma non smise mai di amarli né di pregare per le loro anime. Testimoniava infatti: "Afflitti, benediciamo; perseguitati, sopportiamo" (1 Corinzi 4:12-13). Paolo stava seguendo l'esempio di Cristo. Pietro scrisse di Cristo: "Ingiuriato, non si ribellò; sofferente, non insorse, ma si affidò a colui che giudica giustamente" (1 Pietro 2:23).

Possiamo odiare le azioni immorali di quelli che sono al governo. Possiamo odiare i peccati degli omosessuali, degli abortisti e tutti coloro che rigettano il Signore. Ma Dio ci comanda di amarli come persone - persone per cui Gesù è morto. E ci comanda anche di pregare per loro.

Invece noi spesso li prendiamo in giro. Ci sono state raccontate e noi stessi abbiamo riso a tante barzellette sul nostro Presidente. Credo che la sua presa di posizione sull'aborto sia un abominio agli occhi di Dio, e mi fa ribollire il sangue. Ma questo non mi impedisce di prendere sul serio la sua anima eterna. Semmai disprezzassi una persona piuttosto che i suoi principi, non starei rappresentando sul serio Cristo.

Credo che il nome di Gesù sia stato disonorato da molti Cristiani che hanno reagito a chi li perseguitava. Abbiamo reagito contro quelli per cui avremmo dovuto pregare. I cosiddetti cristiani hanno messo delle bombe nelle cliniche in cui si praticava l'aborto, hanno massacrato dottori che praticavano gli aborti, hanno manifestato ad alta voce il loro dissenso contro gli omosessuali. Nessuno di questi è lo Spirito di Cristo. La nostra potenza è in ginocchio, non nello scuotere gli indici per esprimere la nostra disapprovazione.


Parliamo ora di quelli
che hanno nemici in chiesa


Come dovremmo reagire verso quei cristiani che si sono resi nostri nemici? Gesù ci ha comandato di amarli, facendo tre cose: 1) Benedicendoli; 2) Facendo loro del bene. 3) Pregando per loro. "Amate i vostri nemici, benedite quelli che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano e pregate per quelli che vi perseguitano" (Matteo 5:44).

Rivediamo il nostro comportamento alla luce di queste tre cose, per vedere se siamo stati ubbidienti a Cristo, nostro capo:

1. "Benedite quelli che vi maledicono". Cosa significa esattamente benedire? Il termine greco usato per benedire, significa: "pronunciare solo ciò che è buono ed edificante, ad alta voce e con la bocca". Non solo dobbiamo pensare cose buone sui nostri nemici, ma dobbiamo dirle apertamente.

Io ho veramente fallito in questo comandamento. Mi ricordo una volta in cui alcune persone a cui ero sinceramente legato insorsero contro di me, perseguitandomi e parlando male di me. E' stato il dolore peggiore che abbia mai provato, che mi consumò i pensieri notte e giorno. Ogni qualvolta ne avevo la possibilità, aprivo il mio cuore a chiunque voleva ascoltarmi.

Un giorno, una carissima coppia nel ministero, chiese a me e a mia moglie Gwen di pranzare insieme a loro. Poco dopo esserci seduti a tavola, io iniziai ad esporgli il mio peso. Raccontai loro ogni dettaglio del mio dolore - ogni bugia detta, ogni pugnalata inflitta. Quella coppia non seppe mai quello che accadde. Circa un'ora dopo se ne andarono abbattuti. Mentre guardai gli occhi di Gwen, vidi lo scoraggiamento nei suoi occhi. Fu allora che compresi - avevo parlato sempre io.

Scoprii in seguito che questa cara coppia aveva avuto dei problemi - ed era questo il motivo per cui avevano cercato disperatamente di incontrarci. Ma io non gli avevo chiesto neanche come stavano. Non poterono dirci neanche una parola - e se ne andarono vuoti, aridi e scoraggiati. Se solo avessi ubbidito al comando di Gesù di benedire i miei persecutori, parlando bene di loro, questa coppia avrebbe potuto ricevere una benedizione. Invece, se n'erano andati via con uno spirito scoraggiato.

2. "Fate del bene a quelli che vi odiano". Cosa significa fare del bene a coloro che ci si oppongono? Il significato greco di questa parola è "onestà insieme al recupero". Gesù stava dicendo, in effetti: "Fai il possibile per cercare di recuperare il tuo nemico dalle grinfie del diavolo. Sai che questa persona ti sta facendo del male. Ebbene, focalizza il tuo obiettivo non sui tuoi dolori, ma sul fatto che il diavolo sta ingannando l'anima del tuo nemico".

Cristo ci comanda di considerare la condizione perduta dei nostri persecutori. Non dobbiamo consolarci pensando che Cristo un giorno vendicherà i loro peccati contro di noi. Al contrario, dovremmo pregare per loro. Dovremmo cercare di abbattere ogni muro che voglia dannarli, e fare ogni sforzo per ristabilire un punto di contatto con loro.

Gesù ha promesso: "A chi rimetterete i peccati, saranno perdonati, e a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni 20:23). Rimettere significa "dimenticare totalmente, rinunciare, mettere da parte". Naturalmente, nessuno può rimettere un peccato commesso contro Dio. Solo Cristo può farlo, per mezzo della sua opera sulla croce. Ma possiamo rimettere quei peccati che altri hanno commesso contro di noi. Gesù stava dicendo: "Se voi rimetterete i peccati che hanno commesso contro di voi, io li perdonerò in cielo. Io perdonerò il tuo nemico al posto tuo".

Il comando di Cristo è molto semplice: "Fai il primo passo. Non aspettare - non perdere l'occasione - perché l'anima del tuo nemico potrebbe trapassare l'eternità portando questo fardello. Sii tu il primo a cercare la riconciliazione. Naturalmente, la tua gentilezza potrà essere rifiutata. Ma se verrà accettata, sappi che nel giorno del giudizio il tuo nemico non sarà giudicato e dannato per colpa tua".

3. "Pregate per quelli che vi ingannano". Vediamo questo comandamento illustrato nei doveri del sommo sacerdote. Prima di tutto, la legge esigeva che il sommo sacerdote sgozzasse il sacrificio sull'altare, per pagare i peccati del popolo. Ed in seguito, il sacerdote avrebbe dovuto pregare per la congregazione, agendo come intercessore per conto loro.

Quest'opera di sacerdozio fu dimostrata alla croce. Gesù fece entrambi le cose: prima di tutto, compì il sacrificio per il peccato, con il suo stesso corpo. Poi pregò per il perdono del popolo, includendo i suoi stessi persecutori.

E proprio in questo momento, Cristo sta intercedendo per i tuoi nemici. "Se qualcuno di noi pecca, sappia egli di avere un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il giusto " (1 Giovanni 2:1). Gesù è un avvocato persino per quelli che ti hanno usato e ti hanno perseguitato. Perciò, se lui intercede per le loro anime, come puoi continuare ad essere loro nemico? E' semplicemente impossibile.


Quant'è importante perdonare
e benedire i nostri nemici?


Paolo scrive: "Non fate le vostre vendette" (Romani 12:19). Sta dicendo in breve: "Soffrite il torto. Lasciatelo da parte e continuate ad andare avanti. Vivete una vita nello Spirito". Comunque, se rifiutiamo di perdonare i torti commessi contro di noi, dovremo affrontare queste conseguenze:

1. Diverremo più colpevoli di chi ci ha inflitto la ferita.

2. Perderemo la misericordia e la grazia di Dio. E mentre le cose ci andranno sempre peggio, non riusciremo più a capire gli altri, perché noi stessi viviamo nella disubbidienza.

3. Le vessazioni dei nostri persecutori continueranno per farci perdere la pace. Loro diverranno i vincitori, perché riusciranno ad infliggerci una ferita permanente. E loro se ne andranno ridendo, mentre noi ci arrabbieremo.

4. Perché Satana riesce ad suggerirci pensieri di vendetta, ci farà commettere peccati dell'uomo vecchio. E noi commetteremo trasgressioni molto peggiori di queste.

Lo scrittore ai Proverbi ammonisce: "Il senno di un uomo lo rende lento all'ira ed è sua gloria passare sopra le offese" (Proverbi 19:11). In altre parole, non dovremmo fare niente prima di aver digerito tutta la nostra rabbia. Non dovremmo mai prendere una decisione né commettere un'azione se siamo ancora arrabbiati.

Inoltre, noi rendiamo gloria al nostro padre celeste quando sorvoliamo sugli oltraggi e perdoniamo i torti che ci vengono fatti. Fare ciò, costruisce il nostro carattere. Abbiamo già letto che se reagiamo come fece Gesù, "il Signore ci ricompenserà" (Proverbi 25:22). Quando perdoniamo come Dio perdona, Egli ci concede un favore ed una benedizione che non abbiamo mai conosciuto prima.

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Permesso per l'uso concesso da World Challenge, P.O. Box 260, Lindale, TX 75771, USA.


Tradotto in Italiano da Susanna Giovannini - Formattato HTML da Renato Giliberti

Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
Copyright (c) 1994, Società Biblica di Ginevra / CH-1211 Ginevra


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Data ultimo aggiornamento: 4 Febbraio 2001.

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