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Il suono della Sua voce


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Di David Wilkerson
4 Marzo 2002
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Gesù visse la propria vita sulla terra dipendendo totalmente dal Padre celeste. Il nostro Salvatore non fece o disse nulla fin quando non si fosse consultato con il Padre Suo in gloria. E non compì alcun miracolo se non quelli che il padre Lo istruì a fare. Dichiarò: “… ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato. E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono” (Giovanni 8:28-29).

Cristo rese molto chiaro che Egli era guidato ogni giorno da Suo Padre. Il Suo esercizio nella totale dipendenza, ascoltando sempre la voce di Suo Padre, era parte del Suo cammino giornaliero. Possiamo vedere ciò in una parte del Vangelo di Giovanni. In un giorno di sabato Gesù camminava nei pressi della piscina di Bhetesda, quando vide un uomo paralizzato che giaceva su un lettuccio. Cristo si volse all’uomo e gli comandò di togliere il suo letto e camminare, immediatamente fece tutto ciò che gli era stato detto e se ne andò via guarito.

I capi dei Giudei erano adirati a questo motivo. Nelle loro menti Gesù aveva profanato il sabato per guarire quell’uomo. Ma Cristo rispose: “Io ho fatto quello che il Padre mi ha detto di fare”. E spiegò: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero»….In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati.” (Giovanni 5:17-20).

Gesù affermò molto chiaramente: “Mio Padre mi ha istruito su quello che io dovevo fare”. Ti puoi domandare: ma quando esattamente Dio il Padre mostrò a Cristo quello che doveva fare? Quando Gesù ha visto Dio compiere miracoli? Quando il Padre Gli ha parlato a proposito delle cose che doveva dire e fare?

Tutto questo è accaduto nella gloria, prima che Cristo venisse sulla terra in carne? Si sono forse tutti e due seduti insieme per pianificare ogni giorno della vita di Gesù? Forse il Padre a detto al Figlio: “Nel secondo sabato del sesto mese dei giudei camminerai presso la piscina di Bhetesda. Incontrerai un paralitico. Comanda a quell’uomo di alzarsi e camminare”.

Se questo è accaduto nessuno di noi può affermarlo. Ma anche se questo fosse successo non avrebbe avuto rilevanza per il nostro cammino attuale con il Signore. Però sappiamo che Gesù è venuto per mostrarci il sentiero che dobbiamo seguire. Dopo tutto Egli è venuto sulla terra per provare tutto ciò che noi affrontiamo, provava i nostri sentimenti, era toccato dalle nostre infermità e dolori. Quindi noi possiamo vivere come Egli visse, camminare come Egli fece.

Gesù mentre era in carne doveva quotidianamente confidare su quanto gli diceva il Padre. Doveva essere dipendente dal Padre in ogni momento, affinché potesse ascoltare la Sua voce che lo guidava. Altrimenti Cristo non avrebbe potuto fare tutto ciò che ha fatto. Gesù doveva ascoltare la voce di Suo Padre ora dopo ora, miracolo dopo miracolo, un giorno per volta.

Come faceva Gesù ad ascoltare la ferma e quieta voce del Padre? La Bibbia ci mostra che ciò accadeva durante la preghiera. Ogni volta Gesù andava in un posto solitario per pregare. Aveva imparato ad udire la voce del Padre mentre era in ginocchio ed il Padre era così fedele da mostrarGli tutto ciò che doveva fare e dire.

Immaginate Gesù mentre prende delle grandi decisioni, come scegliere i Suoi discepoli. Come fece il Signore a scegliere i dodici in mezzo alla vasta moltitudine che lo seguiva? Fu una decisione di un momento. Dopo di ciò questi discepoli avrebbero costituito i pilastri della chiesa del Nuovo Testamento. Ma il Padre aveva forse dato a Lui i nomi mentre era ancora nella gloria? Se lo avesse fatto, perché Gesù trascorse una notte intera in preghiera prima di nominare i dodici?

Luca ci dice: “In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio”. (Luca 6:12) la mattina seguente Gesù nominò i dodici. Come li aveva conosciuti? Il padre glieli aveva rivelati la notte precedente.

In più il Padre, nella stessa notte, Gli aveva dato le beatitudini, quelle che furono predicate nel Sermone sul Monte: “Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta…” (vedi Matteo 5:7 e seguenti). Gesù aveva ricevuto il tutto direttamente dal cuore del padre.


Gesù trascorreva ogni giorno del tempo con il Padre


Era in queste ore che trascorreva da solo insieme al Padre che Cristo udiva la Sua voce. In verità Gesù riceveva ogni parola d’incoraggiamento, tutte le profezie, mentre era in preghiera. Egli domandava al Padre, Lo adorava e si sottometteva alla Sua volontà e dopo ogni miracolo, ogni insegnamento dato, ogni confronto con i Farisei, Gesù non vedeva l’ora di essere in comunione con il Padre.

Possiamo notare questa devozione in Matteo 14. Gesù aveva appena ricevuto la notizia della morte di Giovanni Battista: “Udito ciò, Gesù si ritirò di là in barca verso un luogo deserto, in disparte …” (Matteo 14:13). (Non mi meraviglierei se si fosse diretto nello stesso deserto dove Giovanni aveva trascorso anni in meditazione e preparazione del proprio ministero).

Gesù si trovava lì da solo, pregando e addolorandosi profondamente per la morte di Giovanni. Questi era stato un amico molto amato, oltre ad essere un rispettato profeta di Dio. Ma ora mentre si trovava in comunione con il Signore, Cristo chiese e ricevette grazia e lì in quel deserto, mentre era a stretto contatto con il Padre, Gesù ricevette direzione per il giorno seguente.

Immediatamente dopo aver lasciato quel luogo, Cristo cominciò ad operare miracoli: “Gesù, smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati.” (Matteo 14:14). Quello stesso giorno Gesù sfamò una folla di cinquemila persone con solo cinque pani e due pesci. Provate ad immaginare che giornata indaffarata, piena e pesante deve essere stata per Lui. Più tardi in quel giorno licenziò la folla.

Ed allora cosa fece a quel punto? Potreste pensare che abbia cercato di riposare o di mangiare in tranquillità. Forse avrebbe riunito alcuni dei suoi più fedeli discepoli per riassumere gli eventi della giornata. Oppure, forse, avrebbe desiderato andare a Betania per essere rinfrancato dall’ospitalità della famiglia di Marta e Maria.

Gesù non fece nessuna di queste cose. Le Scritture raccontano: “Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo.” (Matteo 14:23). Ancora una volta Gesù era corso dal Padre, sapeva che il solo posto per recuperare forza era alla presenza di Suo Padre.

Gesù era totalmente cosciente del lavoro che era venuto a compiere sulla terra. Era ben delineato nelle Scritture: doveva guarire gli ammalati e gli afflitti, aprire gli occhi ai ciechi, confortare coloro con il cuore rotto, aprire le porte delle prigioni, mettere in libertà i prigionieri, soddisfare gli affamati e gli assetati della moltitudine. Eppure Gesù, durante il Suo cammino terreno, non fece alcuna di queste cose senza che l’avesse prima sottoposte al Padre. Anche se tutte queste opere erano state programmate prima della Sua venuta, Egli ha sempre cercato la guida di Suo Padre in ogni momento.

Le Scritture ci dicono che in un’occasione Gesù guarì “coloro che Lo toccavano”. In altre occasioni invece non poté guarire a causa dell’incredulità del popolo. Come faceva Gesù a sapere quando poteva guarire e quando no? Egli udiva la ferma, soave voce di Suo Padre, che gli dava una parola di guida. Ed Egli si compiaceva nell’ascoltare la voce del Padre.

Lo stesso è vero per la nostra chiamata. Conosciamo tutto ciò che le Scritture richiedono da noi: dobbiamo amarci gli uni gli altri, pregare incessantemente, andare in tutto il mondo per predicare, studiarci di mostrarci approvati, camminare secondo giustizia, assistere i poveri, gli ammalati, i bisognosi ed i prigionieri. Sappiamo anche che dobbiamo fare altre cose che non sono menzionate nelle Scritture. Noi affrontiamo alcuni bisogni durante il nostro cammino di ogni giorno, anche attraverso delle crisi o altre situazioni urgenti. In alcuni momenti abbiamo bisogno che sia la voce del Padre a guidarci, parlandoci di cose che non sono delineate nei Suoi comandamenti. Più semplicemente, abbiamo bisogno di ascoltare la stessa voce del Padre che Gesù udiva mentre era sulla terra.

Conosciamo che Cristo ebbe questo tipo di scambi con il Padre. Egli disse ai discepoli: “… perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” (Giovanni 15:15). E disse anche ai capi religiosi: “…vi ho detto la verità che ho udita da Dio; Abraamo non fece così.” (Giovanni 8:40). Cosa voleva dire Gesù con quest’ultima frase? Stava dicendo ai dottori d’Israele: “Vi ho dato la verità direttamente dal cuore di Dio. Abraamo non ha potuto farlo”.

Cristo stava dicendo: “Voi vivete una teologia morta. State studiando il passato, onorando il vostro padre Abraamo imparando le regole ed i regolamenti per la vostra vita. Ma quello che vi sto dicendo non proviene da una storia remota. Io sono appena stato insieme al Padre. Egli mi ha dato ciò che vi sto predicando. Egli mi ha mostrato quello che avete bisogno di udire”.

Giovanni il battista testimoniò contro questi stessi capi religiosi: “Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza.” (Giovanni 3:32). Oggi Gesù sta predicando lo stesso messaggio: “Potete essere soddisfatti ascoltando sermoni presi da qualche buon libro. Ma la Parola che Io voglio darvi è fresca”.


Lasciatemi condividere con voi
dove mi trovo nella mia vita e nel ministero


Sto chiedendo al Signore se sia possibile oggi, in questo tempo della grazia, vivere come Egli fece. Potremmo essere totalmente dipendenti dalla voce del Padre in gloria? È possibile ascoltare la Sua guida per le nostre vite giorno dopo giorno, momento dopo momento? C’è un cammino davanti a noi per il quale possiamo dire: “Io parlo solo quando ascolto dal Signore e faccio solo quello che vedo fare a Lui”?

Conosco la gioia che deriva dall’essere a stretto contatto con Cristo. Proviene dall’ adorarLo, servirLo, aspettando che ci riveli il Suo amore. Io chiamo questo tempo “il tempo del nutrimento da Gesù”. Siedo alla Sua presenza, ascoltando al Sua ferma e soave voce, ed Egli mi parla, mi istruisce tramite il Suo Spirito Santo, mostrandomi cose che non potrei mai imparare da un libro o da una persona. La Sua verità crea vita nel mio spirito ed il mio cuore esulta in me.

Certamente non sono ancora arrivato. Questo tipo di esperienze occasionali non sono ancora diventate un modo di vivere per me. Quindi sto chiedendo al Signore: “È possibile vivere una vita totalmente dipendente da Te? Oppure è soltanto un pio desiderio? Sto sognando qualcosa che è impossibile da realizzare?”

È mia convinzione che molti di noi vivono al disotto dei privilegi che abbiamo come figli di Dio. Per esempio leggo che Elia stava di fronte al Signore ed udiva la Sua voce. Leggo di Geremia che stava alla presenza di Dio, ascoltando i Suoi consigli. Egli grida: “… infatti chi ha assistito al consiglio del SIGNORE, chi ha visto, chi ha udito la sua parola? Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l'ha udita?” (Geremia 23:18). Ascolto un grido simile provenire da Isaia: “Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!»” (Isaia 30:21).

Perché il Signore non parla alla nostra generazione, quando c’è così tanta paura ed incertezza? Il mondo è nel trambusto, cercando una risposta. Perché il Signore è così silenzioso ora, proprio quando abbiamo bisogno di udire la Sua voce ora più che mai? Tragicamente molti ministri di oggi predicano sermoni senza vita. I loro messaggi non convincono di peccato e neanche rispondono al profondo grido del nostro cuore. Ciò è assolutamente criminale. Le vuote filosofie che spuntano fuori in un tempo di grande fame spirituale, causano grandi angosce negli ascoltatori.

Giovanni il battista insegnò: “Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa.” (Giovanni 3:29). Il significato letterale tratto dal greco è: “L’amico dello sposo che dimora e rimane con lui”. Giovanni il battista stava dicendo ai suoi discepoli: “Ho udito la voce dello sposo e questa è divenuta la mia più grande gioia. Il suono di essa riempie la mia anima. Come sono riuscito a sentire la sua voce? Stando vicino a lui, ascoltandolo mentre il suo cuore parlava”.

Mi domanderete: come fece Giovanni ad imparare ad udire la voce di Gesù? Per quanto ne sappiamo noi, loro due si incontrarono faccia a faccia solo durante il battesimo di Cristo. Ed anche allora ebbero solo un breve scambio, consistente in poche parole.

Giovanni imparò ad udire la voce del Signore proprio come fece Gesù: da solo nel deserto. Quest’uomo si isolò nel deserto fin da una giovane età. Non si concesse nessun piacere di questo mondo, incluso cibo saporito, un soffice letto, vestiti confortevoli. Non ebbe alcun insegnante, nessun mentore, neanche libri. Durante questi anni trascorsi da solo, Giovanni ebbe comunione con il Signore. Ed in tutto questo tempo egli fu insegnato dallo spirito ad udire la ferma e soave voce di Dio. Ma Cristo parlò a Giovanni prima ancora di venire sulla terra in carne.


Se ci diamo a questa comunione quotidiana,
il Signore sarà fedele nel dirigere le nostre vite
fino a darci dettagliate istruzioni


Giovanni imparò tutto quello che sapeva stando continuamente in comunione con il Signore. Questo è il motivo per cui ricevette il messaggio di pentimento, riconoscendo la venuta dell’Agnello, accorgendosi che lui doveva diminuire mentre il Messia doveva crescere. Giovanni imparò tutte queste cose dal Signore. E la voce di Dio era la sua gioia.

Possiamo vedere che le Scritture sottolineano questo tipo di vita. Non sto parlando solo della vita isolata di un profeta. Per primo abbiamo l’esempio di Gesù. La Sua vita era molto impegnata, spesso ogni sua ora era occupata. Ma il cuore di Cristo era tutto il giorno impegnato nella ricerca del Padre. Egli dava a Dio del tempo di qualità, sedendo ai Suoi piedi, servendoLo, ascoltando la Sua voce. Ed era istruito e diretto dal Padre ogni giorno.

Mi chiederete: “Ma cosa dobbiamo fare noi? Gesù era letteralmente il figlio di Dio, generato dal Padre. Nessuno potrà mai essere all’altezza del Suo esempio”.

Considerate Cornelio, il centurione. Quest’uomo non era un predicatore oppure un diacono. Infatti, essendo un Gentile, non era considerato neanche nel novero del popolo di Dio. Eppure le Scritture dicono che questo soldato: “…era pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio assiduamente.” (Atti 10:2).

Era un uomo molto affaccendato. Cornelio aveva 100 soldati sotto il suo comando. Eppure egli pregava in ogni momento libero; ed un giorno, mentre era in preghiera, il Signore gli parlò. Un angelo gli apparve, chiamando Cornelio per nome; il centurione la riconobbe come voce di Dio e rispose: “… Che c'è, Signore?...” (Atti 10:4).

Il Signore parlò direttamente a Cornelio, dicendogli di cercare l’apostolo Pietro. Gli dette delle informazioni dettagliate, incluso il nome, l’indirizzo e persino le parole da dire. Nel frattempo Pietro stava pregando sul un terrazzo, quando “…una voce gli disse….” (Atti 10:13). Ancora una volta lo Spirito Santo stava dando delle istruzioni dettagliate: “…Ecco tre uomini che ti cercano.

Alzati dunque, scendi, e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io.” (Atti 10:19-20).

Pietro seguì gli uomini alla casa di Cornelio motivato da un appuntamento divino. Quello che accadde in quel luogo, scosse l’intera chiesa giudaica-pentecostale. Il Signore aveva aperto il vangelo verso i Gentili. La cosa più dura da accettare per un credente giudaico era che Dio avesse parlato ad un comune, incolto Gentile. Non riuscivano a capacitarsi come Cornelio avesse potuto udire la voce di Dio così chiara e potente. Era una sfida per tutti loro.

Anche Paolo ricevette una rivelazione da Gesù direttamente dal cielo. Egli testimoniò che le cose che gli erano state mostrate intorno a Cristo non potevano essere insegnata a qualunque uomo. Certamente aveva sentito la voce di Gesù stesso mentre era in ginocchio, in preghiera. “Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è opera d'uomo; perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo”. (Galati 1:11-12).

“Ma Dio … si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunziassi fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun uomo” (Galati 1:15-16).

Al tempo di Paolo c’erano degli ottimi insegnanti, persone che erano forti nella Parola di Dio, come Apollo e Gamaliele. E c’erano anche gli apostoli che avevano camminato e parlato con Gesù. Ma Paolo sapeva che una rivelazione di Cristo di “seconda mano” non era abbastanza buona per lui. Doveva possedere una sempre crescente rivelazione di Gesù dal Signore stesso.

Per certo Paolo non era contro questi insegnanti; dopotutto lui ne faceva parte. Egli insegnava: “È lui (Dio) che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori” (Efesini 4:11). Ma Paolo era cosciente di stare per affrontare un mondo di Gentili pagani. Ed aveva la necessità di una personale rivelazione di Gesù, che lo sostenesse. Infatti Paolo diceva che ogni credente aveva bisogno di ricevere insegnamento dal Signore: “Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù” (Efesini 4:21).


Perché al giorno d’oggi viene predicata
così poco la rivelazione di Gesù Cristo?


In questi tempi ci sono schiere di ministri ben preparati, uomini molto rispettati per i loro insegnamenti molto avanzati. Hanno trascorso anni in seminari, studiando teologia, filosofia ed etica. E costoro hanno avuto insegnanti di grande talento, uomini stimati molto esperti nel loro campo.

Ma quando molti di questi ministri ben preparati si mettono dietro al pulpito per predicare, emettono solo vuote parole. Possono raccontarvi molte cose interessanti a proposito della vita e del ministerio di Cristo, ma quanto dicono lasciano freddo il vostro spirito. Perché? Perché non hanno la rivelazione di Gesù, nessuna personale esperienza con Lui. Tutto ciò che conoscono di Cristo è stato filtrato attraverso la mente di altri uomini, il loro discernimento è semplicemente preso in prestito dai loro studi.

Paolo aveva chiesto agli Efesini: “Come avete imparato Cristo?”; in altre parole: chi vi ha insegnato quello che conoscete di Gesù? È qualcosa che deriva dai sermoni che avete ascoltato, oppure dagli insegnamenti della scuola domenicale? Se è così, ciò è buono. Ma è questa la misura di quanto conoscete Cristo? Non importa quanto potentemente il vostro pastore possa predicare, oppure quanto siano unti i vostri insegnanti; voi avete bisogno molto di più di una mera conoscenza mentale di Gesù.

Molti cristiani si ritengono soddisfatti di quello che chiamo una iniziale, primaria rivelazione della grazia e del potere salvifico di Cristo, questa è l’unica rivelazione di Gesù che hanno. Ed essi testimoniano: “Gesù è il Messia il Salvatore; è il Signore, il Figlio di Dio”. Ogni vero credente fa l’esperienza di questa meravigliosa rivelazione che cambia la vita; eppure essa è solo il primo passo. Quello che c’è in seguito è una rivelazione di Cristo che è più gloriosa, più profonda e che dura per tutta la vita.

Paolo lo sapeva. Aveva ricevuta una incredibile rivelazione di Gesù lungo la strada che portava a Damasco; fu letteralmente buttato giù da cavallo ed una voce gli parlò dal cielo. Nessuna persona aveva mai avuto una rivelazione così personale di Cristo come questa. Ma Paolo era cosciente che questo era solo l’inizio. Da quel momento in poi dice: “… mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.” (1Corinzi 2:2).

Matteo ci fornisce un chiaro esempio di questa primaria rivelazione di Cristo; Gesù aveva appena dato un duro insegnamento alle moltitudini e molte persone se ne erano andate; quindi Gesù riunì i Suoi discepoli e chiese loro: “…«E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».” (Matteo 16:15-16).

Gesù replicò: “… Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 16:17”. Cristo stava affermando: “Pietro, tu non hai ricevuto questa rivelazione soltanto perché hai camminato vicino a Me. Mio Padre te lo ha rivelato dal cielo”. In breve, Pietro aveva ricevuto la gloriosa iniziale rivelazione che ogni credente riceve. La gloria della salvezza di Cristo era stata rivelata in lui.

Ma continuiamo a leggere: “Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.” (Matteo 16:20). Perché Gesù disse ciò? Non era stato proprio il cielo ad annunciare che Egli era l’Agnello di Dio che doveva venire per salvare il mondo?

Il problema era che i discepoli non erano pronti a testimoniare di Lui come il Messia. La rivelazione che avevano di Lui non era completa. Non sapevano nulla della croce, della sofferenza, della profondità del sacrificio del loro Maestro. Certo, avevano già guarito degli ammalati, scacciato demoni e testimoniato a molti. Ma anche se erano stati con Gesù per questi anni, non avevano ancora una profonda, personale rivelazione di chi Lui fosse.

Il verso successivo conferma questo: “Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli …” (Matteo 16:21). In altre parole Cristo stava cominciando a rivelareSi, mostrando loro cose più profonde su Se stesso. Il rimanente del verso continua: “…che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. ” (16:21).


Stai cercando di conoscere la voce di Gesù?


Hai ricevuto degli insegnamenti da Gesù, mentre ti sei trovato nella cameretta della preghiera? Lo hai cercato per avere qualcosa che non puoi acquisire tramite libri o insegnanti? Ti sei seduto in tranquillità davanti alla Sua presenza, aspettando di udire la Sua voce? La Bibbia dice che tutta la verità è in Cristo, e soltanto lui può rivelartela attraverso il Suo benedetto Spirito Santo.

Una domanda può ora sorgere nelle vostre menti: “Non è pericoloso aprire la mia mente ad una sottile, soave voce? Non è per questo motivo che molti cristiani si trovano in difficoltà? Il nemico è venuto imitando la voce di Dio dicendo loro di fare o credere in qualcosa di ridicolo. E sono stati ingannati. Non è la Bibbia l’unica voce a cui dobbiamo credere? Non è lo Spirito Santo il nostro unico insegnante?

Di seguito vi illustrerò quanto credo su questo argomento:

  1. Come il Padre ed il Figlio, lo Spirito Santo è una persona distinta, vivente, potente, intelligente,divina in se stessa. Non è una persona fatta di carne, ma di spirito, una personalità di per se stessa, che guida la chiesa. Arreca un ordine divino, conforta gli afflitti, rinforza i deboli e ci mostra le ricchezze di Cristo.
     
  2. Le Scritture descrivono lo Spirito Santo come lo Spirito del Figlio: “… Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori…” (Galati 4:6). È anche conosciuto come lo spirito di Cristo: “Essi cercavano di sapere l'epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro…” (1Pietro 1:11), “… Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.” (Romani 8:9). Quindi è chiaro che lo Spirito di Dio e lo Spirito di Cristo sono la stessa cosa. Cristo è Dio e lo stesso Spirito viene da entrambi. Lo Spirito Santo è l’essenza sia del Padre che del Figlio ed è stato mandato da entrambi.
     
  3. C’è un modo per essere protetti dall’inganno durante una profonda ricerca in preghiera. La nostra protezione è nell’attesa. La voce della carne ha sempre fretta, vuole gratificazioni istantanee, per cui non ha pazienza. È sempre incentrata su se stessa piuttosto che nel Signore e cerca sempre di farci fuggire dalla presenza di Dio.

In effetti la voce del nemico può essere paziente, ma solo fino ad un certo punto. Può essere tenera, dolce, rassicurante e logica. Ma se vogliamo essere certi che non è la voce di Dio, possiamo provarla semplicemente attendendo, senza voler subito ubbidire a tale voce e la vedremo diventare impaziente, rivelandosi subito per ciò che è. Repentinamente diventa sgradevole, pretende, ci vilipendia e ci condanna. Per cui noi conosciamo per certo che non è la voce di Dio.

Questo è il motivo per cui la Bibbia ci ripete continuamente: “Attendi il Signore … aspettaLo… attendi”. È durante la nostra attesa che queste altre voci vengono scoperte, oppure si stancano e ci lasciano. Dobbiamo attendere, attendere, attendere, in modo che sia il cielo che l’inferno conosca che non ci lasciamo andare fino a che il Signore non ci guidi.

Vediamo una dimostrazioni di questo in Geremia 42. un rimanente del popolo di Dio venne da Geremia cercando una parola di guida dal Signore, per cui il profeta andò in preghiera. Quindi: “Dopo dieci giorni, la parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia.” (Geremia 42:7). Nel decimo giorno, finalmente Dio parlò a Geremia. Il profeta dovette attendere pazientemente fino a che non avesse riconosciuto che stava ascoltando la voce di Dio.

Ma siamo ancora protetti in un altro modo: confrontiamo tutto ciò che udiamo con la Bibbia. Non accetteremo nulla che non sia conforme alla Parola di Dio.

Quindi, cari santi, questo percorso è possibile e deve diventare la nostra unica ossessione!

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Tradotto in Italiano da Carmelo D'Amico

Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
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