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Il corpo di Cristo


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Di David Wilkerson
29 Luglio 2002
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L’apostolo  Paolo ci istruisce: “Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.” (1Corinzi 12:27). Quindi dice molto più specificatamente: “Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.” (1Corinzi 12:12).

Essenzialmente, Paolo ci sta dicendo: “Date un’occhiata al vostro corpo. Avete mani, piedi, occhi, orecchie. Non siete soltanto un cervello isolato, staccato dalle altre membra, così è anche Cristo, non è soltanto una testa, Egli ha anche un corpo e noi facciamo parte delle Sue membra.”

L’apostolo quindi ci indica: “così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.” (Romani 12:5). In altre parole noi non siamo attaccati solamente a Gesù, la nostra testa, bensì non possiamo essere connessi a Lui senza altresì essere uniti ai nostri fratelli e sorelle in Cristo.

Paolo continua il discorso dicendo: “…Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo? Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane.” (1Corinzi 10:16-17). In parole povere noi siamo nutriti dallo stesso cibo: Cristo, la manna dal cielo: “Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo.” (Giovanni 6:33). L’immagine del pane qui è molto importante, il nostro Dio ci sta dicendo: “Se venite a Me sarete nutriti, sarete attaccati a me, come un membro del mio corpo. Quindi riceverete forza dalla vita che scorre in Me”. Effettivamente ogni membro del Suo corpo prende forza da una singola sorgente: Cristo, il capo. Ogni cosa di cui abbiamo bisogno per condurre una vita abbondante fluisce verso noi da Lui.

Questo pane è ciò che ci distingue come membri del suo corpo, noi siamo stati appartati dal resto dell’umanità perché noi ci alimentiamo dallo stesso pane: Gesù Cristo. “… perché partecipiamo tutti a quell'unico pane.” (1Corinzi 10:17).

Eppure alcuni cristiani non vogliono essere connessi agli altri membri del corpo; sono in comunione con Gesù, ma si isolano deliberatamente dagli altri credenti. Non vogliono avere nulla a che fare con il corpo, ad eccezione della testa.

Ma un corpo non può essere composto soltanto da un membro. Potete immaginarvi una testa con solo un braccio che spunta fuori da essa? Il corpo di Cristo non può essere composto soltanto dalla testa, senza alcun arto o organo. Il Suo corpo è composto da varie membra. Non possiamo essere uno con Cristo senza essere anche parte dell’intero corpo.

Come vedete non abbiamo bisogno solamente della testa, ma di tutto il corpo. Siamo uniti insieme non solo dal nostro bisogno di Gesù, ma abbiamo anche bisogno gli uni degli altri. Paolo afferma: “…l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi».”1(Corinzi 12:21).

Notate la seconda metà di questo versetto. Anche la testa non può dire agli altri membri: “Non ho bisogno di te”. Che incredibile affermazione. Paolo ci sta dicendo: “Cristo non dirà mai agli altri membri del suo corpo ’non ho bisogno di te’”. Colui che è la nostra testa si connette molto volentieri con ognuno di  noi, per di più Egli dice che tutti noi siamo importanti e necessari per il funzionamento del Suo corpo.

Particolarmente vero per i membri che possono essere feriti ed addolorati. Paolo enfatizza: “Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie” (1Corinzi 12:22). Quindi l’apostolo aggiunge: “e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro”  (1Corinzi 12:23). Sta parlando dei membri del corpo di Cristo che non sono visti, sono nascosti, sconosciuti. Agli occhi di Dio questi membri hanno un grande onore, essendo assolutamente necessari al lavoro del Suo corpo.

Questi versetti contengono un profondo significato per tutti noi. Paolo ci sta dicendo: “non preoccupatevi di quanto povera sia la vostra immagine per voi stessi; potete pensare di non riuscire ad essere dei bravi cristiani. ma il Signore stesso dice: “Io ho bisogno di te, non sei uno dei membri importanti nel mio corpo, ma sei vitale e necessario al suo funzionamento”.


In Matteo 22, Gesù ci racconta una parabola che
ci rivela parecchio sul Suo corpo in terra.


Ognuna delle parabole di Cristo contiene una verità nascosta di Dio. Questi segreti sono stati condivisi dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo prima ancora della creazione: “Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.” (Matteo 13:35). Gesù testimonia che queste verità nascoste sono rivelate solo a coloro che prendono del tempo per cercarle.

In Matteo 22 possiamo leggere una parabola che, credo, riveli molto sul corpo di Cristo; in essa Dio delinea il Suo eterno proposito nel crescere un corpo di credenti. In breve Egli vuole una sposa per Suo Figlio. Questa sposa deve essere unita a Gesù, attaccata insieme a Lui come una sola carne, un solo corpo; Cristo vuole diventare la sua vita e la sua fonte, Egli sarà unito a lei e lei a Lui.
Gesù comincia questa parabola dicendo: “…Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire.” (Matteo 22:1-3). Il re di questa parabola è chiaramente Dio il Padre ed il figlio è Cristo.

Qui notiamo che il Padre manda lo Spirito Santo per cercare una sposa al Suo Figliolo. Chiaramente la sposa è la chiesa di Cristo, ed ella è composta da molte membra, infatti, lei comprende tutte le persone che hanno accettato l’invito del re alla cena delle nozze.

Ma Gesù rimarca nel verso seguente: “…ma questi non vollero venire.” (22:3). Qui sta parlando della sua predicazione verso gli Ebrei. Cristo esortava Israele a riceverlo, ma essi lo rifiutavano. Le Scritture dicono: “È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto” (Giovanni 1:11).

Così il re prova ancora una volta: “Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze". Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio;altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.” (Matteo 22:4-6).

Non solo gli ebrei uccisero Gesù, ma trucidarono i Suoi apostoli che lo seguitavano. Per cui Cristo ci dice: “Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città.” (Matteo 22:7). Gesù stava profetizzando; poche decadi dopo la Sua morte, le armate romane marciarono contro Gerusalemme e distrussero la città santa. Molto prima nella storia di Israele, Dio aveva usato l’Assiria per castigare il Suo popolo. Ora stava inviando i generali Vespasiano e Tito per incendiare e distruggere Gerusalemme. In questo modo la profezia di Gesù fu compiuta alla lettera: “Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata [deserta].” (Matteo 23:38).

Il passo successivo nella parabola, contiene il cuore del mio messaggio sul corpo di Cristo. Gesù ci dice: “Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni.
Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete". E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali.” (Matteo 22:8-10).

Dopo il Calvario, l’evangelo è stato dato a tutta l’umanità: Ebrei e Gentili, schiavi e liberi, ricchi e poveri, buoni e cattivi, nello stesso modo. Questo è come “…e la sala delle nozze fu piena di commensali.” (22:10). Per favore comprendetemi, questa scena non è la festa di nozze per il matrimonio dell’Agnello, quella celebrazione avrà luogo dopo il giudizio. Questa è una festa per la promessa di matrimonio e gli invitati sono coloro che hanno avuto a cuore la chiamata di ricevere Cristo come Signore.

Pensateci. Secondo Gesù questa sposa è composta da “tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni” (22:10). Tale gruppo include coloro che una volta erano gente cattiva: drogati, alcolizzati, prostitute, assassini, giocatori d’azzardo, spacciatori di droga. Ma include anche brava gente che contavano sulla giustizia della carne.

Ma ora sono tutti stati cambiati. Hanno confessato i loro peccati e sono stati lavati dal sangue di Cristo. Come moltitudini cantano ogni settimana, costoro testimoniano: “Egli mi ha condotta nella casa del convito, l'insegna che stende su di me è amore.” (Cantico dei Cantici 2:4).


Un grande ospite è stato accolto
nella sala del banchetto di Dio.


Quando Gesù dice che la festa fu “piena” di commensali, la parola greca che qui viene usata è: pletho. Essa significa: saturare, riempire, influenzare. In altre parole questi ospiti rappresentano il corpo di Cristo purificato e redento. Essi sono stati influenzati, saturati e ripieni dello Spirito Santo di Dio, che li ha rivestiti di vesti bianche da matrimonio.

Normalmente pensiamo che una festa di matrimonio occupi solo poche ore; nella cultura giudaica ai tempi di Gesù, tali feste potevano durare fino a sette giorni. Ma per Dio un giorno è come mille anni, in questa parabola la festa che stiamo osservando perdura fin dal Calvario ed è andata avanti per secoli e non finirà prima del ritorno dello Sposo..

Cari santi realizzate cosa significa? Ogni giorno è una festa di nozze; come membri del corpo di Cristo, fate parte della Sua sposa. Ciò significa che ogni giorno quando vi alzate, vi mettete l’abito bianco da matrimonio. Se esso diventa macchiato o sporco, dovete portarlo alla Sua Parola affinché venga lavato e pulito. Ma dovete anche indossare l’anello nuziale in ogni tempo, perché esso significa il vostro stato matrimoniale, sigillato dallo Spirito Santo. A questo punto potete festeggiare con il pane dal cielo: Cristo, la manna celeste.

QUESTA FESTA MATRIMONIALE STA AVENDO LUOGO OGNI GIORNO NEL CORPO DI CRISTO. MA UN INTRUSO HA PRESO POSTO NELLA SALA DEL BANCHETTO.  Gesù continua la parabola:

“Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze.
E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".” (Matteo 22:11-13).

Chi è quest’uomo nella parabola? Chiaramente la sua identità è un affare importante, proprio a causa del triste destino che ha subito.
Alcuni commentatori suggeriscono che l’uomo rappresenta coloro che vanno a Cristo vestiti con gli stracci della loro giustizia. L’immagine è quella di una povera, illusa, logora anima che è condannata dalla fiducia in se stessa .

Io non accetto questa interpretazione. Potreste essere scioccati quando vi dirò chi credo che sia quest’uomo. Ho trovato una evidenza quando il Re lo chiama “Amico”; Gesù utilizza la stessa parola nei riguardi di giuda, prima che lo tradisse. Credo che il re in questa parabola stia usando questa parola con sarcasmo. Dopotutto stava per mandare all’inferno quest’uomo.

Secondo la mia opinione questo ospite era l’uomo del peccato per antonomasia: Satana. Lo vedo che si mostra durante la festa, indossando vesti sgargianti, purpuree fatte da se stesso, non le vesti prescritte per l’occasione. È proprio la figura dell’orgoglio.


Se l’uomo descritto è Satana, perché è stato ammesso al banchetto?


Perché a quest’uomo del peccato non è stato impedito l’ingresso? Credo che Zaccaria possa darci una risposta; il profeta dice: “Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all'angelo del SIGNORE, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. Il SIGNORE disse a Satana: «Ti sgridi il SIGNORE, Satana! Ti sgridi il SIGNORE che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?»” (Zaccaria 3:1-2).

Certamente Giosuè è la figura dell’alto sacerdozio, di coloro che sono stati salvati dall’Eterno. Per i credenti di oggi rappresenta anche il corpo di Cristo, il reale sacerdozio di Dio. Nella visione di Zaccaria, Satana si trova vicino a Giosuè “per accusarlo”; la parola usata per ‘accusare’ ha anche il significato di attaccare ed opporsi.

Debbo confessarvi che non so il motivo per cui a Satana è permesso di attaccare ed accusare il popolo di Dio, ma conosco ciò che Dio dice sulla sorte del nostro nemico: “… perché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio.” (Apocalisse 12:10). Un giorno il Signore legherà e getterà il diavolo in una prigione eterna.

Ma questo non è ancora accaduto; nel frattempo Satana conosce che il suo tempo sta per finire, per cui si erge contro il corpo di Cristo con grande rabbia. Effettivamente i suoi attacchi sono distinti da una baldanza ed una sfacciataggine come mai prima d’ora. Perché? Perché sa che la più grande minaccia per lui è un corpo di credenti lavati dal sangue di Cristo, che camminano in unità; ed in questi ultimi giorni lo Spirito Santo ha compiuto una meravigliosa opera nel far crescere ed unire insieme i santi di tutto il mondo.

Questi servitori consacrati stanno fermi insieme come un sol corpo. Essi si amano l’uno con l’altro, pregano uno per l’altro, ministrano ed incoraggiano i feriti e scoraggiati tra loro, stando ancora uniti in questa guerra. Accettano la battaglia con il nemico, legando il suo regno, scacciando i principati, prendendo autorità sopra le potenze infernali.

Possiamo vedere questo esercito degli ultimi giorni nella parabola di Gesù, rappresentata dalla festa di nozze. Questi guerrieri lavati dal sangue di Cristo si sono riuniti intorno al Suo tavolo del banchetto, dove crescono forti nutrendosi del Suo pane. Hanno un solo scopo: essere completamente preparati ad incontrare lo Sposo quando verrà.

Non dovremmo essere affatto sorpresi del fatto che Satana si sia introdotto nella casa di Dio; è la sua ultima possibilità per cercare di spezzare il corpo di Cristo che sta maturando e crescendo. Per questo è entrato come una furia nella festa di nozze, cercando di distruggere chiunque possa; ed è convinto che il modo migliore di farlo è quello di raggirare gli eletti di Dio.

Come potrebbe il diavolo riuscire in questo? Come ha sempre fatto dal Calvario ad oggi: mentendovi; accusandovi; iniettandovi dubbi e parure nella vostra mente. Lo immagino vestito di porpora che salta sulla tavola, cercando di ingannare ogni invitato alla festa. Semina dubbi e paure in loro, li accusa subdolamente e cerca di lordare i loro abiti bianchi.


L’uomo del peccato mira specialmente
ad un certo tipo di credenti.


Credo che possiamo trovare la chiave della strategia di Satana in Genesi 3. il diavolo ha appena avuto successo nel tentare Eva, ed ora Dio gli sta dicendo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno.” (Genesi 3:15).

La progenie della donna cui si riferisce questo passo è Gesù. In altre parole il Messia  sarebbe proceduto dalla razza umana, e Dio stava profetizzando la Sua opera vittoriosa sulla Croce, al Calvario Cristo avrebbe messo il suo piede sulla testa di Satana, schiacciandola.

Ed ancora il Signore profetizzò che Satana avrebbe ferito il calcagno di Cristo. Cosa significa esattamente questo? Come membri del corpo di Gesù noi siamo la sua progenie, ovviamente alcuni di questa progenie fanno parte del calcagno del corpo di Cristo. Ma a cosa si riferisce?

Vi darò un paio di indicazioni. Primo: il calcagno è una parte del piede; sappiamo che il ruolo principale di esso è di stare ritti o di camminare, per cui io credo che i piedi nel corpo di Cristo sia composto da quei credenti che si sono disposti verso Gesù. Tali membri sono anche responsabili del camminare secondo la guida dello Spirito Santo; notate che tali attività sono di supporto, per lo più sono nascosti e non visti, mentre altre parti del corpo sono oggetto di attenzione. A questo riguardo i piedi sono un esempio verso gli altri membri del corpo di Cristo.

Ed ancora possiamo dire che i piedi sono una delle parti più sensibili del corpo; per la maggior parte del tempo sono coperti per la loro protezione. Considerando ciò, il significato della parola ebraica “ferirai” diventa evidente, cioè ingannare o mentire in attesa di un passo falso. Mettendola semplicemente, credo che Satana abbia come bersaglio quei membri del corpo di Cristo che sono sensibili e facilmente vulnerabili.

Probabilmente conoscete qualche cristiano di questo tipo, amano Gesù con tutto il loro cuore. Ma spesso credono di non essere all’altezza di quanto ci si aspetta da loro e facilmente si sentono condannati, indegni, non voluti ed inutilizzati.

Il diavolo conosce questo loro atteggiamento, perché i suoi principati  hanno osservato le loro vite; quindi adesso, mentre Satana si accomoda nel banchetto di nozze, è pronto per attaccare. Prepara una serie di accuse sussurrate nelle loro orecchie. Qual è il suo obiettivo? Convincere questi santi dal cuore tenero ad arrendersi, vuole vedere costoro gettare via le loro vesti bianche e lasciare la festa nuziale in profonda disperazione.

Voglio chiedervi: Satana si è avvicinato al vostro tavolo? Avete udito una voce che sussurrava:

Notte e giorno ascolti queste accuse; vi dico che Satana vuole soltanto che voi andiate via dalla festa delle nozze, quindi potrà toglierti il nutrimento di Cristo. Vuole isolarti in modo da avvelenare il tuo spirito. Cerca di convincerti in questo modo: “è inutile che cerchi di migliorarti, a che ti serve? Non sarai mai un membro del corpo santo di Cristo”. La verità è che Satana conosce che il suo più grande nemico è un corpo unito di credenti; è a conoscenza della promessa di Gesù che dove due o tre sono radunati insieme, il Padre lietamente accondiscende alla richieste. Questo è il motivo per il quale cerca di toglierci di mezzo uno per volta.


Il re in questa parabola vede tutto quanto
l’uomo del peccato sta compiendo


Il re finalmente affronta quest’uomo chiedendogli: “…come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” Sta essenzialmente dicendo: “Cosa credi di fare qui, molestando il mio popolo? Pensavi che non ti avrei visto? Credevi che non mi sarei occupato di te?”

Fina dalla prima bugia che Satana ti ha sussurrato, Dio ne ha osservato ogni azione, facendo in modo di zittire le bugie del diavolo. Le Scritture affermano che il re fece rimanere a bocca chiusa quell’uomo sgradito (vedi Matteo 22:12). Dio stava dicendo: “Non puoi fare più accuse durante la mia festa delle nozze, satana; non dirai più alcuna bugia al mio popolo”; quindi il re disse ai suoi servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori”.

Alla fine la parabola conclude con queste parole dette dal re: “Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.” (Matteo 22:14). Immagino Dio che guarda verso la sala del banchetto, dichiarando: “Per molti anni ho chiamato Israele attraverso i miei apostoli, ma essi hanno rifiutato di udire; ma ora questi ospiti qui nella mia casa sono coloro che hanno risposto al mio invito, vi dico che costoro sono i chiamati e non permetterò che Satana spazzi via alcuno di loro dal mio corpo”.

Sappiamo che il diavolo ancora non è stato gettato nella prigione eterna; e mentre stiamo festeggiando nella sala delle nozze, attendendo lo Sposo che viene, ci è stato dato un ordine. Il Re ci ha detto di legare il diavolo e di gettarlo fuori dalla sala delle nozze. In breve dobbiamo rialzarci e prendere una seria azione contro gli attacchi che Satana opera contro il corpo di Cristo.

Sorprendentemente questo ordine viene ignorato da molti cristiani; ogni volta che vediamo un credente dal cuore tenero che soffre, pensiamo: “Gli offrirò conforto, presterò orecchio ai suoi problemi”. Oppure: “Provvederò qualche tipo di aiuto. Gli porterò un pasto o un aiuto finanziario”. Questi sono certamente atti di pio amore, ma spesso non è sufficiente.

Se sappiamo che Stana sta sussurrando delle bugie nella vita di qualcuno, ci è richiesto di fare qualcosa di più che solamente ascoltare o offrire un consiglio. Dobbiamo riunire altri credenti insieme e prendere autorità contro il nemico. Gesù ci parla che alcuni tipi di oppressione demoniaca: “non escono se non per mezzo della preghiera e del digiuno” (Matteo 17:21). In questo modo, con il digiuno e la preghiera potremo legare il nemico e lo potremo gettare fuori dalle menti, anime e circostanze dei nostri amici credenti.

Ho trascorso molte ore a consigliare credenti abbattuti per portali fuori dai loro problemi; ma più e più volte ho riconosciuto il diavolo che era sopra di loro convincendoli con le sue bugie. Ora ogni volta che vedo il diavolo al lavoro su un santo sensibile di cuore, una santa rabbia si eleva in me e realizzo che devo fare quello che ogni vero ministro appartenente al corpo di Cristo è chiamato a fare: legare Satana mani e piedi, nel nome di Gesù, per gettarlo nelle tenebre di fuori.

Stai vivendo sotto una nube di disperazione? Conosci qualche fratello o sorella che è abbattuto per aver dato ascolto alle accuse di Satana? Vi sollecito ad andare in cerca di credenti che pregano all’interno del corpo di Cristo, andate da coloro che conoscono veramente il cuore di Dio e lasciate che indichino le bugie del nemico per quello che sono.

Le Scritture affermano che se uno di noi è ferito, siamo tutti feriti. Per questo è assolutamente vitale che ci riuniamo insieme nel nome di Gesù a vantaggio l’uno degli altri. Dobbiamo invocare l’autorità del nostro Salvatore, legare il nemico e gettarlo fuori dalle nostre ed altrui vite. Allora saremo in grado di riportare ogni prigioniero all’obbedienza di Cristo. Questo è il vero lavoro del corpo di Cristo.

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Tradotto in Italiano da Carmelo D'Amico

Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
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Data ultimo aggiornamento: 28.01.2006

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