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Il cielo - un messaggio di speranza in questi tempi travagliati


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Cari fratelli:
IN CRISTO ABBIAMO PACE E RIPOSO!

Oggi stavo pregando, chiedendo al Signore cosa avrei dovuto condividere con i nostri lettori. Subito lo Spirito Santo mi ha guidato a questi versi di Giacomo 2:15-17, “Or, se un fratello o una sorella sono nudi e mancano del cibo quotidiano, e qualcuno di voi dice loro: «Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose di cui hanno bisogno per il corpo, a che giova? Così è pure della fede; se non ha le opere, per se stessa è morta”.

Questi versi mi commuovono profondamente. Nei viaggi che ho fatto in tutto il mondo sono stato testimone della terribile povertà e delle condizioni miserevoli dei quartieri poveri, specialmente in Sud America e in Africa. Di recente a Nairobi, in Kenya, ho fatto un giro in uno dei quartieri poveri più grandi d’Africa. Ci vivono circa un milione e un quarto di persone povere, in minuscole baracche di lamiera senza acqua pulita, senza elettricità, con le discariche a cielo aperto. La vista, la penuria e la fame sono quasi insopportabili. Ti strappa il cuore vedere così tanti bambini smagriti, con le guance incavate. Non ti puoi dimenticare quello che hai visto – ti rimarrà impresso per tutta la vita. Ho sempre creduto di essere responsabile di quei bisogni che mi vengono posti davanti – delle cose che ho visto con i miei occhi. Non sono stato io a provocare la povertà e la sofferenza – sono il risultato della natura caduta dell’uomo e della mancanza di conoscenza della grazia salvifica di Cristo. Ma quando la fame, la nudità e lo squallore mi vengono poste davanti agli occhi, ho la responsabilità di agire – di fare tutto il possibile per provvedere speranza e provvidenza. Se non posso andarci io di persona, posso mandare altri disposti ad essere un sacrificio vivente. Posso aiutare ministri che sono già sul luogo e fanno già queste buone opere. Sosteniamo ministeri in tutto il mondo – che si occupano di dar da mangiare, di vestire, di costruire rifugi, scuole e orfanotrofi.

Ho sentito dire: “Non siamo salvati per le buone opere”. È vero – siamo salvati solo credendo nel sacrificio di Cristo al Calvario. Ma queste buone opere testimoniano la compassione di Cristo. E riecheggiano il cuore di Dio. In ubbidienza alla Parola del Signore ci prendiamo cura delle vedove, degli orfani e dei poveri. Facendo queste cose non siamo salvati – ma ne risponderemo un giorno davanti a Cristo e lo sentiremo dire: “Avevo fame e voi mi avete dato da mangiare, ero nudo e voi mi avete rivestito, ero in prigione e voi mi avete visitato. Quando l’avrete fatto ad uno di questi miei minimi, l’avete fatto a me” (vedi Matteo 25:34-46).

Giacomo non lascia spazio a scuse. Dice: “Se non gli date queste cose necessarie al corpo, che profitto ne avrete?”. In altre parole, la tua fede non avrà profitto. Si sta riferendo a quelli sprovvisti del cibo quotidiano. Non giudico nessuno e non sto cercando di far sentire colpevole nessuno. Ma so che devo fare molto più che parlare di fede – devo metterla in pratica, quella fede.

Questo non è un appello per raccogliere fondi nel nostro ministero. È un messaggio per ricordarvi con amore che se Dio ci ha benedetto ed ha provveduto per i nostri bisogni – se abbiamo la capacità di dare – allora abbiamo il dovere di dare. E saremo giudicati se non lo facciamo. Secondo Matteo 25, sarà questo il punto numero uno nell’agenda di Dio nel Giorno del Giudizio.

Credo che la maggior parte di quelli che leggono questa lettera vogliono aiutare. Molti lettori si commuovono per il dolore e le sofferenze, specialmente fra i bambini. Dio vede la vostra compassione, e vi presenterà molti modi per aiutare a risolvere alcuni di questi bisogni critici. Chiedete allo Spirito Santo di guidarvi nelle donazioni. Ci sono ministeri dei quali vi potete fidare – Lui stesso vi darà discernimento.

Pregate per noi. Grazie nel nome prezioso di Cristo.

In Cristo,
DAVID WILKERSON


Il cielo - un messaggio di speranza in questi tempi travagliati


Di David Wilkerson
30 Aprile 2007
__________

In questi tempi non sentiamo molti sermoni sul cielo. Può sembrare strano, visto che dovrebbe essere la gioia di ogni cristiano, quella di essere con il Signore per l’eternità. La promessa del cielo è il nocciolo dell’evangelo che predichiamo.

Ma c’è un motivo per cui non sentiamo molto parlare di questo gioioso argomento. Il fatto è che la Bibbia non spiega chiaramente com’è fatto il cielo. Gesù non si è mai seduto con i discepoli, spiegando loro la gloria e la maestà del cielo. Disse al ladrone sulla croce: “Oggi tu sarai con me in paradiso”, ma non gli disse come sarebbe stato.

L’apostolo Paolo si riferisce al cielo quando racconta di essere stato trasportato in paradiso. Dice di aver visto e udito cose che colpirono la sua mente al punto di non aver linguaggio per descriverle. Dalla descrizione di Paolo si capisce che, semmai fosse riuscito a spiegare quello che aveva visto, le nostre menti umani non l’avrebbero compreso. Qualsiasi cosa Paolo abbia visto in cielo lo influenzò al punto che per il resto della sua vita egli desiderò andarvi.


Paolo era grato per la sua vita, per la sua chiamata, per il suo ministero.


Credo che amasse il popolo di Dio con passione. Ma in tutti gli anni del suo ministero, il desiderio continuo di Paolo era quello di andare a casa ed essere con il Signore. Il suo cuore era semplicemente ansioso di esser lì. Allora, dov’è il cielo? Non lo sappiamo. Sappiamo che sta arrivando un nuovo cielo e anche una nuova terra. E questo nuovo pianeta non sarà semplicemente la vecchia terra raffinata col fuoco ma qualcosa di interamente nuovo. Al suo centro ci sarà la capitale, la Nuova Gerusalemme.

Sappiamo inoltre che il trono di Dio è in cielo. Allo stesso modo, vi è Gesù, come gli angeli del Signore, in moltitudini innumerevoli. Inoltre, Paolo dice che una volta che saremo lì, contempleremo Gesù “faccia a faccia” (1 Corinzi 13:12). In breve, avremo un accesso immediato e personale al Signore per l’eternità. (Carissimi, se il cielo fosse tutto qui, mi basterebbe!).

Evidentemente, impareremo cose che semplicemente non possono essere contenute dalla mente umana qui sulla terra. Avremo accesso alla mente di Cristo stesso, che è illimitata. E credo che ci insegnerà le cose eterne.


Le Scritture suggeriscono che il cielo
non è semplicemente un posto dove rilassarsi
e non fare niente tranne che le riunioni di culto
.


La Bibbia ci dice che in cielo noi governeremo con il Signore “come re e sacerdoti: e regneremo sulla terra” (Apocalisse 5:10). Agiremo come servi e “lo serviremo” (22:3).

Questo mi dice che avremo compiti benedetti ed entusiasmanti in questo nuovo mondo a venire. La Scrittura parla molto sul ruolo che gli angeli hanno avuto nel corso della storia, ministrando persino a Gesù. Qualunque sarà il nostro compito, sapremo che continuerà per l’eternità, perché i mondi di Dio sono eterni.

Considerate per un momento l’infinità che vediamo nello spazio. Si dice che il nostro sistema solare sia grande almeno cinque miliardi di chilometri in diametro, e sia un semplice puntino nell’universo. Le scoperte scientifiche mostrano che ci sono sistemi e sistemi, apparentemente infiniti. Tutto questo è incomprensibile per la mente.

Persino mentre il nostro sistema solare si muove per lo spazio, girando attorno al sole, infiniti altri sistemi si muovono l’uno sull’altro. E tutto avviene secondo l’ordine divino di Dio. Per questa ragione io credo che in cielo riceveremo dei compiti che oggi sono incomprensibili alla nostra mente umana.


Quando Paolo si riferisce alla sua esperienza in paradiso,
parla di essere “nel terzo cielo”.


Gli studiosi ebrei dei giorni di Paolo insegnavano che c’erano tre sfere celeste: la prima era l’atmosfera fisica che abitiamo; poi il secondo cielo, dove stanno le stelle; ed infine il terzo cielo, dove sono Dio e il paradiso.

Posso dire solamente su questo argomento che Gesù ascese al “cielo al di sopra di ogni cielo”. E ci dice che ora è lì che prepara un posto per il suo popolo. Ci ha detto inoltre: “Io verrò di nuovo, e vi porterò con me. Dove dimorerò io, dimorerete anche voi”.

In breve, miei cari, non posso dirvi com’è fatto il cielo. E non so cosa vi accadrà. Non ho nuove rivelazioni da offrirvi, nessuna visione come quella di Paolo. Ma posso dirvi cosa non è il cielo, e cosa non c’è, grazie a quello che ci offre la Scrittura. E, come vedrete, quello che ci rivela ci dà motivo di gioire!


Iniziamo con la visione dell’apostolo Giovanni in Apocalisse 21.


Giovanni ci dice che non troveremo le seguenti cose in cielo:

1. Non ci sarà più il mare: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c'era più” (Apocalisse 21:1). Giovanni non dice qui che non ci sarà più acqua. Afferma che non ci saranno più le minacce provenienti dalle più grandi masse d’acqua della terra: non ci saranno più uragani, tifoni o tsunami killer. Infatti, l’unica acqua che viene menzionata a proposito di questa nuova terra sarà un fiume di felicità che scorre attraverso le strade della Nuova Gerusalemme. Giovanni dice a questo proposito: “Poi mi mostrò il fiume puro dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello” (22:1).

2. In cielo non ci saranno più fazzoletti. Non ne avremo bisogno perché la Scrittura dice che non avremo neanche più le ghiandole lacrimali: “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (21:4). Secondo Giovanni, in cielo le lacrime non esisteranno per niente. Similmente, non ci saranno più funerali, bare o cimiteri. Perché? “Non ci sarà più la morte né cordoglio” (21:4). Pensate un po’: non dovremo più piangere di fronte ad una bara per la perdita di qualche caro. Non ci sarà più dolore, pianto o lamento, perché in cielo non moriremo mai. Dopo essere risorti dalla tomba terrena grazie alla potenza della risurrezione di Cristo, non potremo più morire.

3. Non ci saranno più farmacie, ospedali, dottori, infermieri, ambulanze, prescrizioni o dolori acuti. Giovanni scrive: “Né grido né fatica” (21:4).

Mi ricordo di una madre con una figlia disabile che visitavano la nostra chiesa. Il figlio di questa donna aveva commesso suicidio dopo aver sopportato per sette anni un dolore insopportabile che nessun dottore era riuscito a diagnosticare e a curare. Durante quel periodo, doveva prendere forti dosi di narcotico per poter sopportare la giornata. La fonte del suo dolore non fu mai scoperta.

Ora la figlia mostra gli stessi sintomi. È una ballerina dotata ed una studentessa brillante, che ha vinto trofei e a cui è stata offerta la borsa di studio. Ma le sue condizioni sono così peggiorate che avverte un dolore costante e lancinante. Come suo fratello, questa ragazza vive con dolori così forti che, nella scala da uno a dieci, i dottori hanno stabilito si tratti di quattordici. Le è stato detto che il narcotico di cui avrebbe bisogno per attutire il dolore sarebbe stato così forte da ucciderla nel giro di pochi mesi. Gioisco pensando al glorioso giorno in cui questa ragazza non conoscerà più il dolore. Non dimenticherò mai gli ultimi giorni sulla terra della nostra preziosa nipotina Tiffany.

Il dolore che mia nipote avvertiva per il dolore al cervello era così forte che le faceva tremare violentemente gli arti. Aveva degli attacchi orribili, ed io dovevo aiutare il papà a tenere le braccia e le gambe di Tiffany in quei brutti momenti. Il dolore era semplicemente troppo forte per lei, ed in verità lo era anche per i suoi nonni. Alla fine, Tiffany raccontò alla mamma e al papa che il Signore le aveva parlato al cuore, dicendole: “Voglio che tu venga a casa. Con me, non avrai più dolore”.

Il verso di Giovanni ha un significato speciale per me: “Non vi sarà più dolore” (Apocalisse 21:4). Come nonno di Tiffany, riposo nella consapevolezza che mia nipote si trova proprio lì: insieme a Gesù, dove non c’è più dolore.

4. Non ci sarà più paura, né incredulità, o cose abominevoli, menzogne o stregonerie. La Bibbia ci dice che tutti quelli che praticano queste cose verranno gettati nel lago di fuoco: “Ma per i codardi, gl'increduli, gl'immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda” (21:8).

Qualche tempo fa i quotidiani hanno riportato la notizia di una coppia di anziani trovati morti nel loro appartamento. Questa coppia aveva così paura di essere derubata o attaccata che si chiudeva regolarmente a casa e sigillava tutte le finestre. Avevano così paura che non aprivano le imposte neanche nel caldo afoso estivo, e così sono finiti soffocati. In cielo non ci saranno più paure di questo tipo. Né ci saranno violenze o omicidi. Proprio di recente un pedofilo ha ammesso di aver molestato oltre duecento bambini. Grazie a Dio, in cielo non ci saranno queste abominazioni.

5. Non ci sarà più motivo di trasferirsi in cielo. Io e mia moglie abbiamo cambiato casa tantissime volte. Sono grato che quando arriveremo in cielo, non dovremmo più trasferirci. Come faccio a saperlo? Gesù ci dice: “Il vostro cuore non sia turbato… Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto” (Giovanni 14:1-2).

Di recente ho letto di una donna cristiana che chiedeva: “Se ci saranno moltitudini di persone in cielo che non possono neanche essere contate, com’è possibile che Dio abbia preparato una casa per ciascuna di esse? Come ci può essere spazio per così tante dimore?”.


Consideriamo le parole di Gesù al proposito:
“Vado a prepararvi un luogo”.


Queste parole dovrebbero avere un significato per noi. Alcuni studiosi della Bibbia interpretano il significato di Gesù qui come “molte abitazioni”. Questo può essere accurato o no. Io so solo questo: se Cristo ne è il costruttore, allora possiamo stare certi che sarà qualcosa di glorioso.

Mentre ciascun di noi pensa al posto che il Signore sta costruendo per noi, non dovremmo immaginarci un edificio di mattoni o di roba del genere. Piuttosto, le sue abitazioni sono di tutt’altra materia. Come esseri umani, non riusciamo a concepire un luogo in cui il corpo possa passare attraverso tutte le sostanze materiali. (Gesù lo ha fatto dopo la Risurrezione, e dice che in cielo i nostri corpi glorificati saranno come il suo). Questa dimensione non è stata ancora scoperta dagli scienziati, ed è completamente diversa da quello che potremmo comprendere.

Il punto importante che Gesù stabilisce a proposito del cielo è: “Questa è casa. Voi vivrete eternamente dove vivo io”. “E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14:3). Per dirla in parole povere, c’è una casa nell’eternità per ciascuno di noi. E, Gesù dice in sostanza: “Quando verrà quel giorno – quando voi sarete qui con me – Io personalmente vi mostrerò cosa ho costruito per voi”.

6. In cielo non ci saranno arti paralizzati, né cecità o sordità, né corpi decadenti. La Bibbia dice che in cielo avremo dei corpi nuovi. Naturalmente, questa è una dottrina ben nota dei cristiani, e Paolo aveva molto da dire sull’argomento. Scrive: “Ma dirà qualcuno: «Come risuscitano i morti, e con quale corpo verranno?»” (1 Corinzi 15:35). In altre parole, la gente potrà chiedersi: “Quale genere di corpo risusciterà dalla morte?”.


Paolo risponde che il corpo che va nella tomba non è quello che ne risorgerà.


“E quanto a quello che semini, tu non semini il corpo che ha da nascere, ma un granello ignudo, che può essere di frumento o di qualche altro seme. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme dà il suo proprio corpo” (15:37-38). In altre parole: “I corpi che abiteremo in cielo saranno a sua somiglianza. Saranno celesti e non terrestri”.

Secondo Paolo, il nostro corpo fisico è “seminato in corruzione” ma “risorgerà incorruttibile”. Per dirla in parole povere, quando il nostro corpo è “seminato” – o sepolto – è un corpo naturale o terrestre. Ma quando risorgerò, sarà celeste. Il corpo che avremo allora sarà “glorificato” dalla potenza della risurrezione di Cristo.

La Scrittura non dice mai che Dio cercherà ogni arto perduto, ogni dente perduto, ogni granello di polvere del nostro corpo naturale, e li rimetterà in qualche modo insieme. Al contrario, Paolo insegnava: “In un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati” (15:52).


I nostri corpi glorificati saranno a somiglianza di Cristo.


In quel giorno glorioso, le tombe si apriranno. E nella sua magnifica potenza, il Signore ci darà nuovi corpi eterni. Questi corpi saranno ad immagine del santo e del giusto, e non si corromperanno mai. E quando ciò accadrà, tutti parleremo la stessa lingua, una nuova lingua che tutti comprenderemo. Infatti, ogni cosa sarà nuova.

La cosa che più mi entusiasma è quello che accadrà ai milioni di bambini morti in tutte le epoche. In un istante, questi cari risorgeranno con corpi nuovi. Penso ai bambini i cui corpi sono stati devastati dalla malattia, la cui carne è stata immolata nei genocidi, i cui corpi sono stati dilaniati dalle bombe.

Penso inoltre agli uomini e alle donne i cui corpi sono stati scomposti dalla malattia, corpi che sono stati chiusi nelle bare. Penso ai martiri di tutte le epoche che sono morti per torture, con i corpi straziati, segati in due, decapitati, bruciati dal fuoco. Tutte queste persone usciranno dalla tomba con un corpo nuovo, che non conoscerà mai più la corruzione o il dolore.

Riesco difficilmente a comprenderlo – ma il cuore comunque gioisce!

7. In cielo non esisteranno più orologi, perché il tempo non ci sarà più.

Giovanni scrive che un angelo apparve davanti a lui e rimase con i piedi sulla terra e sul mare. L’angelo poi levò il braccio al cielo e, secondo Giovanni: “giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, la terra e le cose che sono in essa, il mare e le cose che sono in esso, che non vi sarebbe più alcun ritardo” (Apocalisse 10:6).

Questo è uno dei concetti più difficili che la mia mente possa capire.

Verrà il momento in cui il tempo stesso sarà spazzato via. Immaginate un po’: non ci saranno più gli anni, i mesi o le settimane, non ci saranno i giorni, le ore, i minuti o i secondi. Non ci sarà niente a scandire il tempo, né la notte o il giorno, perché Cristo sarà la luce in paradiso.

Un pastore puritano cercò di descrivere alla sua congregazione l’infinità dell’eternità. Disse loro di cercare di immaginare che l’eternità è sempre stata e sarà sempre, non ha inizio né fine. Diede loro questa illustrazione: “Immaginatevi la terra come una pallina di sabbia, dalla circonferenza di 40.000 chilometri. Ogni mille anni, un uccello vola e porta via un granello di sabbia. Quando quella creatura sottrarrà l’ultimo granello, l’eternità sarà appena iniziata”.

In altre parole, nel grande schema dell’eternità, il “tempo” fa solo una breve apparizione. Verrà il giorno in cui il tempo non servirà più e ce ne sbarazzeremo. Per me è incredibile pensare ad una cosa del genere.

Paolo riassume questo concetto con un’ammonizione per tutto il popolo di Dio.

Paolo esulta: “Ma ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Corinzi 15:57).

Molti cristiani citano questo verso tutti i giorni, applicandolo alle loro prove e alle loro tribolazioni. Ma il concetto che Paolo spiega qui suggerisce un significato più profondo. Proprio qualche verso prima, Paolo afferma: “La morte è stata inghiottita nella vittoria. O morte, dov'è il tuo dardo? O inferno, dov'è la tua vittoria?” (1 Corinzi 15:54-55).

Paolo stava parlando in maniera eloquente del suo desiderio di andare in cielo. Scriveva: “Sappiamo infatti che se questa tenda, che è la nostra abitazione terrena, viene disfatta, noi abbiamo da parte di Dio un edificio, un'abitazione non fatta da mano d'uomo eterna nei cieli. Poiché in questa tenda noi gemiamo, desiderando di essere rivestiti della nostra abitazione celeste” (2 Corinzi 5:1-2). L’apostolo aggiunge poi: “Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore” (5:8).

Secondo Paolo, il cielo – cioè stare per tutta l’eternità alla presenza del Signore – è qualcosa che dovremmo desiderare con tutto il cuore.

Mentre considero le cose che la Scrittura dice che in cielo non ci saranno, inizio a vedere una immagine gloriosa. Prima di tutto, immagino la descrizione di Gesù di un’immensa moltitudine, dove gli angeli “ con un potente suono di tromba, raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all'altra” (Matteo 24:31).

Quando tutte queste moltitudini saranno riunite, immagino che avverrà una grande marcia di vittoria in cielo. Quasi tutti conoscono il canto: “E quando in ciel” (O when the saints go marching in). Cercate di immaginare quel canto realizzato letteralmente in cielo, con milioni di bambini glorificati che cantano osanna al Signore, come avevano fatto nel tempio. Che suono di vittoria e di lode, sarà: moltitudini di orfani grideranno: “Padre!”. Immagino la gioia che sprizzerà dal volto di Gesù. “Di loro è il regno di Dio”, ha dichiarato. Poi verranno tutti i martiri. Quelli che un tempo avevano gridato giustizia sulla terra ora gridano: “Santo, santo, santo!”. Immagino i decapitati che si toccano la testa e dicono: “Siamo di nuovo sani”. Quelli che erano stati segati in due, cercheranno i segni dell’agonia sui loro corpi ma non ne troveranno. Quelli che sono stati bruciati ora avranno corpi sani, senza traccia o odore di fumo. Tutti loro danzeranno di gioia, gridando: “Vittoria, vittoria in Gesù!”.

Poi si udirà un potente boato, un suono mai udito prima. È la chiesa di Gesù Cristo, con moltitudini di persone da ogni nazione e tribù. In questo gruppo ci saranno quelli che un tempo erano stati drogati o alcolizzati… persone un tempo cieche o malate… gente un tempo povera, in vedovanza e costretta a mendicare. Immagino fra di loro la vedova povera che aveva gettato con fede pochi spiccioli nella colletta, quando non aveva nient’altro. Forse tutto ciò vi sembra inverosimile, ma Paolo stesso lo testimonia. Quando il fedele apostolo fu portato in cielo, “udì parole ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire” (2 Corinzi 12:4). Paolo disse di essere rimasto stupefatto dalle parole che aveva sentito. Credo che siano stati questi i suoni da lui uditi. Vide in precedenza i canti e le lodi a Dio di quelli che un giorno godranno alla sua presenza, con il corpo sano e l’anima piena di gioia e di pace. Fu un suono glorioso che Paolo riuscì a sentire ma non poté ripetere.

Carissimi fratelli, che il cielo diventi il vostro desiderio più intenso. Gesù sta per tornare per quelli che desiderano stare con lui per sempre!

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Tradotto in Italiano da Susanna Giovannini

Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
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Data ultimo aggiornamento: 17.07.2007

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