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La corsa mortale


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di David Wilkerson
1981
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"Anche noi ... corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta" (Ebrei 12:1).

La stessa parola "gara" suggerisce l'idea della competizione. Il popolo di Dio è paragonato a degli atleti che corrono in una gara di lunga distanza, in competizione per un premio. Il premio è la gloriosa rivelazione della conoscenza di Gesù Cristo.

Ma noi stiamo corrompendo quella gara verso l'eternità, ed abbiamo stabilito un premio vile e carnale. La competizione sta diventando molto intensa, ma adesso gli uomini di Dio gareggiano l'uno contro l'altro. Ed il premio è il successo, la prosperità, gli applausi, le lodi. Cristo non è diventato altro che lo sponsor, visto che tutti i partecipanti dichiarano di correre nel suo nome. Molti dei partecipanti vestono magliette con su scritto "Sono il numero 1". Altri, sicuri di sé, espongono le parole "Mi rifiuto di perdere". È diventata una corsa mortale.

Una volta la corsa non era verso le cose immediate, la prosperità o la concupiscenza, ma piuttosto verso ciò che era debole ed umile. Essa conduceva attraverso persecuzioni, privazioni, ruberie, maltrattamenti e martirio. Alcuni dei corridori vestivano solo pelli di capra, altri vennero torturati, fatti a pezzi, battuti e feriti. Vennero fermati nel bel mezzo della loro gara e bruciati al palo, furono gettati in prigione ed in luride segrete. Ad alcuni cavarono gli occhi, ed altri furono costretti a guardare mentre i figli venivano torturati sotto i loro occhi. E perché, di grazia, tutti quegli sfiniti concorrenti affrontarono quei tormenti e quelle sofferenze? Perché non si arresero? Semplicemente, perché per loro il premio valeva tutto ciò. Non volevano altro che Cristo! Insieme a Paolo consideravano semplice spazzatura tutte le cose di questo mondo. Non amarono la loro vita, ma solo Cristo. Erano stranieri sulla terra, e correvano con tutte le loro forze e possibilità verso la città il cui progettista e costruttore è Dio. Se voi aveste cercato di stabilire dei premi carnali, vi avrebbero riso dietro. Avrebbero gridato: "Prenditi il mondo intero, ma lasciami Gesù".

Paragoniamo quel tipo di corsa a quella che vediamo svolgersi oggi nella casa di Dio. Ieri ho saputo che un ben noto evangelista ha battuto altri evangelisti televisivi, offrendo alle stazioni televisive una somma più alta di denaro, in modo da avere assegnata la fascia della prima serata. Ha "alzato il prezzo". Un altro si vantava del fatto che, rispetto a qualsiasi altro evangelista dei tempi moderni, stava per prendere tante di quelle stazioni da poter essere sicuro di andare in onda sul maggior numero di canali.

Pastori ed evangelisti sono in competizione per costruire le chiese ed i quartier generali più grandi ed esclusivi. Un amico pastore mi confidò, assolutamente serio: "Il pastore J..... sta costruendo una chiesa di 35.000 metri quadrati, e allora ho fatto rivedere il progetto al mio architetto e gli ho fatto allargare la nostra nuova chiesa fino a 36.000 mq. Voglio avere la chiesa più grande, nel mio Stato".

E che dire delle moltitudini di cristiani presi nella corsa per le cose materiali? Di ogni cosa, vogliono averne due. Un ricambio per ogni cosa che possiedono. È quasi come se stessimo trasformando questa gara in un concorso a premi.

Cari figli di Dio, questa corsa non è una specie di lotteria eterna. Non è una gara verso la prosperità, la salute, il successo. Se la nostra fede deve essere ricompensata con qualcosa in meno del premio della solenne vocazione in Cristo Gesù, non vale neppure la pena di correre. L'unico che vince il premio è quel figlio di Dio che non vuole ottenere altro che Gesù. È colui che getta, come tanta inutile spazzatura, le cose di questo mondo ai piedi della croce, per guadagnare la gloriosa gioia e la pace del Salvatore.


La via alla perfetta felicità, sulla terra, è abbandonare
la corsa mortale della competizione umana.


Se un cristiano riesce ad abbandonare ogni competizione per obiettivi mondani, se può escludersi dalla folle corsa alla quale tanti stanno partecipando anche adesso, scoprirà cosa significa essere veramente appagati.

Il cristiano che abbandona la corsa della carnalità può dire a tutti i contendenti: "Dividetevi il vostro premio; tenetevelo tutto per voi, io ho smesso di correre". All'uno potrà dire: "Tieniti l'ambizione". All'altro: "Prenditi gli applausi". Ad un altro ancora: "E tu, tieniti tutto il denaro ed il materialismo". Potrà lasciarli tutti quanti a competere l'uno contro l'altro per ottenere i loro premi mondani, e correre la sua corsa solitaria, una gara diversa, per un solo premio: la gloria di Dio in Cristo Gesù.

Ma oggi è quasi impossibile convincere i cristiani ad abbandonare la corsa mortale, senza tagliar loro i piedi. Sono tantissimi quelli che corrono la corsa mortale della carnalità e molto pochi quelli che gareggiano per i valori eterni.

Nella storia, solo quelli che hanno imparato a rinunciare al mondo ed a tutto ciò che è in esso hanno scoperto la vera felicità. Un grande uomo di Dio disse: "Non avevo mai saputo cosa significasse essere felice, finché non smisi di cercare di essere grande".

Se solo smettessimo di lottare con le ambizioni di questo mondo, e cominciassimo a desiderare di diventare nulla, entreremmo improvvisamente in un mondo di pace e di gioia.


Praying Payson


Il dott. Edward Payson, conosciuto dai più come "Praying Payson" (un appellativo che in italiano sarebbe, letteralmente, "il pregante Payson" - n.d.t.) fu pastore a Portland circa 175 anni fa. Nel 1806, proprio alcuni anni dopo la Dichiarazione di Indipendenza, l'America fu devastata da una grave depressione. Fu il momento più buio dopo l'indipendenza, ed il dott. Payson riferisce efficacemente il dramma che ebbe luogo dalle sue parti. Egli scrisse:

"Gli affari sono fermi, molti stanno fallendo. Centinaia di marinai ed altri cittadini sono stati licenziati e vivono nell'indigenza. Tremo per il mio povero paese. Temo che i nostri peccati abbiano contribuito ad attirare il giudizio su di noi. Sarà una cosa buona, se riusciremo ad evitare la guerra civile.

Alcuni dei nostri meravigliosi giovani convertiti hanno perso ogni loro avere e sono stati privati della casa; ma ciò che fa sentire bene il mio cuore è il fatto di vederli gioiosi e calmi anche in tutte queste cose. Altri, che non hanno Dio, hanno perso la ragione, sono incessantemente preoccupati, apparentemente, stanno morendo di crepacuore ..."

Il dott. Payson e la sua comunità consacrata subirono la perdita di tutti i loro beni. Egli stesso, durante quel periodo buio, viveva di centesimi. Il 28 dicembre 1807, in una lettera alla madre, scrive:

"Le cose sono peggiorate. Un grande numero di ricchi mercanti ora vive in povertà. I commerci falliscono ogni giorno, siamo minacciati da una bancarotta generale. Il rifugio per i poveri è già pieno, e ci sono centinaia di persone per le quali bisogna ancora provvedere. Molti che erano arrivati alla ricchezza ora dipendono da altri anche per il cibo quotidiano. Se queste difficoltà continuano, i nove decimi della popolazione saranno dispersi ai quattro venti. Io stesso ho denaro appena sufficiente per il vitto e l'alloggio.

Forse, mamma, potresti affliggerti per me e dire: Povero Edward! Invece non potrebbe esserci un momento migliore in cui rallegrarti per me e gridare: Com'è ricco Edward! Grazie a Dio, la mia fede non si fonda su basi tanto traballanti, da poter essere smossa da queste difficoltà. Dio mi tiene calmo, fiducioso, e perfino gioioso, in mezzo a questi guai. Non voglio dire che non soffra; certo che sì. Tutte le mie speranze terrene sono distrutte. I miei amici stanno per essere gettati in mezzo alla strada, ed alcuni potrebbero essere ridotti alla fame. In queste circostanze è impossibile non sentire sofferenza.

Pensavo di saperlo già da prima, che questo mondo è infido, e che le sue gioie durano solo per un momento; ma questi momenti difficili mi hanno insegnato a distogliermi dalle cose create per cercare le cose di Dio.

La mia preghiera è che, se Dio ha in serbo per me delle benedizioni terrene, Egli si compiaccia di darmi, al loro posto, la sua grazia, oppure le possa trasformare in prosperità spirituale".

Edward Payson ed il suo gruppo di credenti avevano abbandonato la corsa mortale. Potevano subire con gioia la perdita di tutti i loro possessi, perché erano in questo mondo, ma non erano di questo mondo. Il mondo non era degno di loro.


Se potessimo trascorrere solo cinque minuti, in cielo o all'inferno,
parteciperemmo ad una gara ben diversa.


Se solo potessimo trascorrere cinque minuti in cielo, non parteciperemmo più ad una gara carnale. Se potessimo fare una passeggiata oltre i cancelli della città di Dio; dissetarci nella pace, nella bellezza, negli splendori del paradiso; udire i maestosi cori di angeli e serafini che cantano le glorie del Signore; intrattenerci coi patriarchi, i martiri, gli apostoli e la gente vestita di vesti candide, che viene dalle grandi tribolazioni; se potessimo ancora una volta incontrare i nostri cari defunti, per udire i loro rapiti racconti di quale sia l'eterna felicità; se potessimo sedere accanto alle acque cristalline, sentire il fluire della santa luce di Dio, meravigliarci di quegli splendidi colori, degli alberi perfetti, di fiori e piante sconosciuti agli uomini; e soprattutto, se potessimo gettare uno sguardo, uno solo, sul volto del risorto Agnello di Dio e sentire la gloria, il calore ed il senso di sicurezza che emana dalla sua presenza; ed infine, se potessimo innalzare colui che è dal principio, il nostro Santo, Santo, Dio Onnipotente!

Ritornereste sulla terra per riprendere nuovamente la corsa mortale? Giammai. Tu ed io vivremmo solo per il Signore, rigettando il mondo, i suoi piaceri e le cose carnali. Vorremmo correre la sua gara! Non vorremmo più sviarci, diventare freddi, o servire il Signore con fiacchezza.

Se solo potessimo passare qualche minuto all'inferno, non saremmo mai più gli stessi. Essere gettati in quella nera fornace di fuoco e tenebre eterne; essere improvvisamente immersi in mezzo a quel mondo demoniaco di malvagità, maledizione, odio, lussuria e corruzione; ascoltare il lamento dei perduti per l'eternità, testimoniare il loro terrore, lo stridore dei denti, venire spalla a spalla con operatori di iniquità, stupratori, assassini, dittatori mondiali e tiranni, e con quelli che crocifissero il Signore Gesù; ascoltare i loro accenti senza speranza, le inutili preghiere dei dannati; vedere i pugni agitati contro la giustizia di Dio, udirli maledire il giorno della nascita; sentire cosa vuol dire essere perduti, tagliati fuori da Dio, dalla verità, dall'amore, dalla pace e da ogni conforto: testimoniare di quelle visioni incredibili e di scene peggiori di tutte le atrocità di questo mondo messe insieme; e peggio di ogni cosa, stare faccia a faccia con quel sanguinoso aguzzino, Satana stesso, per sentire una paura paralizzante mentre il padre di tutte le bugie cerca di afferrarti per la gola e strapparti la confessione che egli è il signore di tutto; uscire dai cancelli dell'inferno con quel grido dei dannati per l'eternità che ti risuona nelle orecchie, le voci dei malvagi di tutti i tempi, che gridano le loro urla pietose: "Siamo perduti! Perduti! Per sempre perduti! Incatenati alle tenebre ed alle torture eterne!"

Come potresti ritornare sulla terra, dopo una breve visita all'inferno, e continuare ad essere lo stesso? Potresti ricominciare a trascurare la parola di Dio, la sua casa, il suo amore? Ricominceresti con i tuoi obiettivi egoistici di accumulo di ricchezze, d'oro e d'argento, magari pregando Dio per averne di più? Non credo. No, tu ed io vivremmo la nostra ora come se fosse l'ultima. Oh, come pregheremmo, lavoreremmo e studieremmo. Piuttosto che comprare, venderemmo, digiuneremmo, testimonieremmo, aiuteremmo i poveri, staremmo sempre in attesa del ritorno del Signore.

Un tempo, avevo l'abitudine di dire all'assemblea: "Non venite avanti per essere salvati solo perché avete paura dell'inferno. Venite con una fede semplice". Ma sbagliavo, sbagliavo completamente. L'apostolo disse: "Conoscendo il terrore di Dio, persuadiamo gli uomini". C'è una santa paura che conduce al ravvedimento.

È vero che l'inferno è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. È vero anche che i cristiani sono salvati per la grazia immeritata, e che la fede in Cristo è la sicurezza del credente. Inoltre, i cristiani non dovrebbero dubitare della potenza di Cristo che salva e custodisce.

Ma, c'è un grande problema. Una fede passiva, quel tipo di fede fluttuante che va e viene a sprazzi e che è sottoposta agli alti e bassi emotivi, quel tipo di fede non salverà l'anima. Solo la fede che salva, quella che nasce dalla profonda convinzione di peccato, da un cuore che ha rifiutato tutta l'iniquità ed i peccati ricorrenti; da un cuore totalmente e giornalmente arreso alla Signoria di Cristo; solo quel tipo di fede garantisce la grazia.

Con l'aiuto di Dio, ho abbandonato una volta per tutte la gara mortale della carnalità e della mondana spensieratezza! Ho abbandonato la competizione! Non parteciperò più a gare motivate dalla carne, dove prevale l'ego, che fanno piacere agli uomini.

Voglio fare di più che semplicemente abbandonare l'attaccamento mentale a cose, abitazioni, automobili, campi e proprietà. Desidero il potere e la grazia di dominare i miei appetiti, mettere da parte tutta l'immondizia, vendere ciò che non mi occorre, smetterla di acquistare e costruire e procurare cose inutili, e tenere gli occhi puntati su Cristo e sull'eternità, in modo che le cose di questo mondo perdano il loro potere su di me ed il materialismo non sia più il mio signore.

Cari, se questo messaggio non vi si adatta, se vi fa adirare o vi turba anche minimamente, forse dovreste fare quello che anch'io ho fatto ultimamente. Chiudetevi con Dio, giorno dopo giorno, e chiedete allo Spirito Santo di accendere la santa luce indagatrice di Dio nella vostra anima. Siate assolutamente onesti con Dio. Chiedetegli di mostrarvi il peccato che c'è in voi. Diventate affamati di Dio e compunti dallo Spirito Santo. Proprio come me, scoprirete ben presto quanto tempo andate perdendo, quanti desideri sciocchi vi hanno bloccato, e cadrete faccia a terra davanti a questo Dio santo, confessando la freddezza ed il vuoto del vostro cuore.

E se lo fate con un cuore onesto, comincerete a ringraziare Dio per aver punzecchiato la vostra coscienza ed avervi stimolato a correre un'altra gara. Ringrazierete Dio per un messaggio come questo.

Santi di Dio, la tromba del Signore sta per suonare. Il nostro Signore sta per tornare nelle nuvole della gloria, per rapire la sposa. Una sposa senza macchie o rughe. Una sposa purificata dalle bramosie, dalla superbia e dalle ambizioni mondane. Spenderemo le nostre ultime ore sulla terra per riporre del denaro in borse bucate?

No, grazie! Io sono semplicemente di passaggio. Non voglio più radici che mi trattengano in basso. Grazie a Dio per le buone cose che mi ha dato, la famiglia, una bella casa, un mezzo di trasporto moderno, ma adesso preparo giornalmente il mio cuore ad uscire da tutto questo per essere accolto fra le braccia del Salvatore. Non voglio essere un fanatico o fare una sorta di voto di povertà, abbandonando magari la mia famiglia ed il suo futuro. Semplicemente, voglio essere liberato da ogni bramosia.

Volete smetterla di correre e di battere l'aria invano? Allora smettete la corsa mortale. Disponetevi col volto e con il cuore a cercare il Signore come mai prima d'ora.

Stanno per avvenire dei cambiamenti! Per voi, per me! Siete pronti?

La mia preghiera è che se Dio ha in serbo per me delle benedizioni terrene, si compiaccia di darmi al loro posto, la sua grazia, oppure le possa cambiare in benedizioni spirituali". Edward Payson


PARTE SECONDA

Come discernere i falsi insegnamenti e gli errori

Huldreich Zwingli, il grande riformatore svizzero, lasciò alcuni consigli molto utili su come giudicare una dottrina o un insegnamento. Sebbene scritto 450 anni fa, il suo consiglio è tuttora assolutamente necessario. Includo questo messaggio perché sento che ogni credente debba confutare l'insegnamento e la predicazione di ogni evangelista e di ogni insegnante. C'è una Parola di Dio sicura, che può mantenerci lontano da ogni errore e dai falsi insegnamenti.

"...se cerchiamo solo la mente dello Spirito, non dovremmo perderci. Altrimenti, se applichiamo i nostri sforzi a cercare sostegno scritturale per le nostre opinioni personali, anche se non sono altro che paglia e fieno, saremo sempre nell'errore. È volontà di Dio che solo Lui debba essere l'insegnante. Dovremmo essere istruiti da Lui, e non da un uomo. A noi non appartiene sedere in giudizio della Scrittura e della divina verità, ma piuttosto lasciare che Dio compia la sua opera in ed attraverso di essa, perché è qualcosa che possiamo apprendere solo da Lui ...

Le Scritture vennero da Dio, non dagli uomini. Come potremmo esserne i giudici? (v. 2 Pietro 1)

Ti potresti chiedere: chi può assicurarmi di essere divinamente illuminato o meno? L'Iddio che dà luce all'insegnante renderà anche te capace di percepire se ciò che egli dice viene da Dio, oppure no. Tu puoi dire: questa non è la mia esperienza. Se così fosse, guardati di non essere fra quelli che hanno orecchie e non odono, come mostra Cristo, basandosi su Isaia.

La parola di Dio insegna la Sua propria verità ... noi non possiamo modellare ciò che è divino. Chi ti ha mostrato il pensiero di Dio, che tu abbia a proclamare cose che Dio stesso non ha detto, e che tu dica, mentendo, di averle ricevute da Dio? Potresti addirittura cercare di insegnare Dio e costringerlo ad accettare le tue vedute personali ...

Se devi giudicare una qualsiasi materia, pensa così: Prima che io dica alcunché o ascolti l'insegnamento di un uomo, devo consultare la mente dello Spirito di Dio (Salmo 85: "Io ascolterò quel che dirà Dio, il SIGNORE").

Poi, dovresti chiedere riverentemente a Dio la sua grazia, affinché ti dia la sua mente ed il suo Spirito, per non rimanere della tua opinione, ma della sua. Abbi la ferma fiducia che egli ti insegnerà a comprendere giustamente, perché tutta la sapienza è di Dio, che la dona liberamente a quelli che credono.

Quindi vai alla parola scritta del Vangelo, non credendo in nulla che sia contrario alla parola rivelata. Le dottrine di Dio non sono formulate mai più chiaramente di quanto Dio stesso lo abbia fatto nella Sua parola. Gli uomini cercano di torcere e forzare le Scritture, secondo la propria follia.

Metti da parte quella veduta personale che tu stesso cerchi di leggere nelle Scritture. So che alcuni dicono di avere esaminato le Scritture e di avere scoperto i passi che sostengono le loro opinioni. Ahimé! Qui veniamo al cancro che sta al centro di tutti i metodi umani. E cioè: gli uomini vogliono trovare nelle Scritture solo il supporto alle proprie vedute personali, così assumono una certa veduta, mettono tutti i testi in relazione ad essa, non importa quanto arbitrariamente, ed in tal modo gli uomini torcono la Scrittura in modo da farle dire ciò che essi stessi vogliono che dicano.

I falsi insegnanti dichiarano che i Vangeli non ci dicono tutto. Ci sono molte cose buone che non sono insegnate nel Vangelo. Così prendono dei versi, senza considerare il contesto, e li torcono secondo i loro progetti ... sono talmente fermi nella loro comprensione umana che sono sicuri che non ce ne possa essere alcun altra ...

Quando ero più giovane, mi ero dato troppo all'insegnamento umano. Circa sette o otto anni fa decisi di dedicarmi interamente alle Scritture. Giunsi al punto in cui, essendo guidato dalla Parola e dallo Spirito di Dio, sentii la necessità di mettere da parte tutte queste cose e di imparare la dottrina di Dio direttamente dalla sua Parola. Allora cominciai a chiedere a Dio la luce ed anche se non leggevo nient'altro, le Scritture cominciarono a diventarmi più chiare, più di quando avessi studiato molti commentari e spiegazioni. La mia debole comprensione non avrebbe mai potuto portarmi a questo punto".


Conclusioni


Zwingli non era contro l'insegnamento della Bibbia. Come me, egli credeva che Dio stabilisce degli insegnanti nella chiesa. Ma insisteva sul fatto che non si dovrebbe credere a nulla fino a quando lo Spirito di Dio non lo rivela all'individuo, dopo molta preghiera e studio della Scrittura. Egli credeva pure che anche il più umile fra i cristiani, anche il meno istruito, ha il diritto di mettere in dubbio ogni insegnamento finché esso non sia dimostrato dalla Parola e dallo Spirito di Dio. Egli indicò 1 Corinzi 14 come una prova che anche i credenti non istruiti possono pregare e ricevere rivelazioni della verità che possono smascherare anche il più istruito dei falsi insegnanti.

Perciò, pregate per avere intendimento. Provate tutto ciò che udite, tramite la preghiera e la Parola scritta. Non accettate la pretesa di alcun uomo di avere una rivelazione speciale, che vada oltre ciò che ricevettero gli apostoli. Soprattutto, pregate per ogni cosa e non mettetevi mai a discutere con quelli che credete siano in errore. I falsi insegnanti hanno uno scopo, che è quello di farci conoscere malamente la verità; noi studieremo diligentemente le Scritture, fino a quando non sentiremo la parola di Dio direttamente per noi.

"Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui ... " (1 Giovanni 2:27).

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Tradotto in Italiano da Enrico Arata - Formattato HTML da Marco Fornasini

Tutte le citazioni sono tratte da "La Sacra Bibbia Nuova Riveduta"
Copyright (c) 1994, Società Biblica di Ginevra / CH-1211 Ginevra


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