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Umiliato Da Dio!


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di David Wilkerson
9 Gennaio 1989
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Umiliare significa "ridurre la dignità e l'orgoglio di qualcuno", sottomettere. Voglio mostrarvi in questo messaggio che Dio umilia quelli che ama! Infatti, fin quando non sperimenterete quest'umiliazione divina, non potrete essere usati completamente da Dio; non sarete pronti per ricevere la Sua pienezza.

Dio umilia il Suo popolo solo per prepararlo ad un'utilità maggiore - un principio che vediamo in funzione in tutte le Scritture. L'umiliazione di Dio viene illustrata meglio dall'esperienza dei figli di Israele. Dio liberò il Suo popolo operando grandi miracoli - poi li condusse nel deserto e li umiliò totalmente!

Dopo 430 anni di schiavitù, gli Israeliti si erano arresi persino di fronte alla possibilità di conquistare la libertà o di possedere un territorio tutto loro. Poi apparve un profeta di nome Mosé che predicò loro la speranza. Si recava di fornace in fornace, dove cuocevano i mattoni, e di casa in casa dicendo loro: "Il Signore ha detto: Ho visto sicuramente l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele" (Esodo 3:7-8). "Infatti tu sei un popolo consacrato al SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popolo che sono sulla faccia della terra perché il SIGNORE vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri" (Deuteronomio 7:6,8).

Erano lì, afflitti, stanchi, conducevano un'esistenza misera - e Mosé continuava a predicare loro un glorioso messaggio di speranza. Poi videro la potenza straordinaria di Dio liberarli con prodigi miracolosi, mostrando al mondo che Egli protegge e libera i Suoi.

A quel tempo Israele viveva a Goshen - uno stato schiavista egiziano. Ma Dio aveva detto all'Egitto: "Io farò distinzione tra il mio popolo e il tuo popolo" (Esodo 8:23).

E nel corso di dieci orribili piaghe, il popolo di Dio non venne toccato!

Nella prima, Mosé innalzò il suo bastone e toccò le acque d'Egitto, che si tramutarono in sangue. Persino l'acqua nei contenitori di legno e di pietra venne contaminata. I pesci morirono ed i fiumi stagnarono! L'acqua rimase non potabile per diversi giorni - ma a Goshen, il popolo di Dio bevve acqua pura e fresca.

Aaronne poi stese la sua mano sulle acque e ne uscì un'ondata di rane che coprì la terra. In ogni casa, in ogni cucina, in ogni stanza da letto, nelle stanze reali, nei magazzini e nel tempio, non c'era spazio per sedersi o coricarsi a causa dell'invasione delle rane! Ma a Goshen, le rane rimasero nelle acque, e tutto quello che gli Israeliti sentirono fu il loro gracidio. Che segno per Israele mentre gli egiziani radunavano le rane morte in grandi mucchi, "e il territorio puzzava!" Ma non a Goshen!

Mentre il Faraone induriva il cuore contro Dio, venne usato di nuovo il bastone - questa volta per percuotere la polvere. La polvere si tramutò in zanzare, che attaccarono il popolo ed ogni animale. Alcuni interpretano questa piaga come uno sciame di moscerini o di sanguisughe: "Questi piccoli insetti molestarono animali e persone, volando negli occhi e nelle narici, facendoli infuriare. Gli animali vennero torturati a morte con questa invasione". Ma non a Goshen - non c'erano zanzare, né sanguisughe, né piaghe di moscerini!

Poi venne l'invasione delle mosche - sciami di mosche come nuvole nere, "una nuvola oscura". Alcuni dicono che in questa piaga erano comprese api, vespe e ogni tipo di insetto volatile. "La terra fu guasta dalle mosche velenose" (Esodo 8:24).

"Ma in quel giorno io farò eccezione del paese di Goshen, dove abita il mio popolo; e quivi non ci saranno mosche, affinché tu sappia che io, l'Eterno, sono in mezzo al paese". Ma "nel paese di Goshen, dove abita il mio popolo... non ci saranno mosche" (Esodo 8:22).

Dopo questo si abbatté la piaga sul bestiame d'Egitto. I cavalli, i cammelli, i buoi, le pecore, gli asini e le vacche caddero morti in tutto l'Egitto. "Ma del bestiame dei figli d'Israele non morì neppure un capo" (Esodo 9:6).

La piaga successiva fu quella delle pustole. Non erano come le pustole che conosciamo noi; era invece chiamata "l'ulcera d'Egitto", lebbra nera, elefantiasi - che deturpava.

Poi venne la pioggia di "grandine", con lampi, tuoni e fuoco che "guizzava continuamente in mezzo alla grandine". Era una grandine così forte "come non ce n'era stata di simile in tutto il paese d'Egitto, da quando era diventato nazione". La "grandine percosse ogni erba dei campi e fracassò ogni albero della campagna" (Esodo 9:25). A Goshen? Neanche un chicco di grandine!

Dopo di questo venne un'invasione di locuste che "coprirono la superficie di tutto il paese" (Esodo 10:15). Oscurarono il cielo e "divorarono tutta l'erba del paese e tutti i frutti degli alberi, che la grandine aveva lasciato" (verso 15). Ma a Goshen non ci furono locuste, ed il sole continuò a brillare con tutto il suo splendore.

Le locuste furono seguite da una piaga di oscurità così grande che "poteva essere palpata" (Esodo 10:21). Queste tenebre durarono per tre giorni e furono così spesse che gli egiziani non riuscivano a vedersi. Ma "tutti i figli d'Israele avevano luce nelle loro abitazioni" (verso 23). La decima ed ultima piaga fu la visita dell'angelo della morte che distrusse tutti i primogeniti: "Il faraone si alzò di notte, egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un grande lamento in Egitto, perché non c'era casa dove non vi fosse un morto" (Esodo 12:30). L'Egitto fu decimato - completamente demoralizzato. Ma a Goshen non morì nessuno!

"Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio il giorno che finivano, tutte le schiere del SIGNORE uscirono dal paese d'Egitto" (Esodo 12:41). Gli israeliti uscirono dall'Egitto con le gloriose promesse che risuonavano nelle loro orecchie: "Tu hai condotto con la tua bontà il popolo che hai riscattato; l'hai guidato con la tua potenza alla tua santa dimora" (Esodo 15:13). "Spavento e terrore piomberà su di loro. Per la forza del tuo braccio diventeranno muti come una pietra, finché il tuo popolo, o SIGNORE, sia passato, finché sia passato il popolo che ti sei acquistato" (Esodo 15:16). "Egli ti amerà, e ti benedirà, ti moltiplicherà, benedirà il frutto del tuo seno e il frutto della tua terra: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e delle tue pecore, nel paese che giurò ai tuoi padri di darti. Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né uomo né donna sterile, né animale sterile fra il tuo bestiame. Il SIGNORE allontanerà da te ogni malattia e non manderà su di te nessuna di quelle funeste malattie d'Egitto, che ben conoscesti, ma le infliggerà a coloro che ti odiano" (Deuteronomio 7:13-15). "Non ti sgomentare per causa loro, perché il SIGNORE, il tuo Dio, Dio grande e terribile, è in mezzo a te.. Ti darà nelle mani i loro re, e tu farai scomparire i loro nomi di sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte" (Deuteronomio 7:21,24).

Poi avvenne il miracolo dei miracoli. Essi videro che Dio spartì un poderoso mare, ne ammucchiò le acque e aprì una via in terra asciutta! Essi danzarono, cantarono e adorarono Dio mentre le acque ricadevano sull'esercito nemico. Videro tutto un esercito perire per il dito di Dio!

Gli israeliti si diressero nel deserto chiamato Sin (Esodo 17:1). Quanto si sentivano prosperosi e benedetti - ogni loro preghiera era stata meravigliosamente esaudita! Sapevano di essere protetti e guidati da un tenero e saggio Pastore e per questo andavano avanti cantando le Sue promesse.

Ma proprio il giorno dopo si svegliarono pieni di paura! Avevano mangiato tutto il pane azzimo e in tutto il campo non c'era cibo. "Cacciati dall'Egitto, non avevano potuto indugiare né prendere provviste" (Esodo 12:39). Trenta giorni dopo aver lasciato l'Egitto, due milioni di persone erano alla fine delle provviste! Il misero bestiame che possedevano era debole e magro e poteva sfamarne solo pochi, e se lo avessero mangiato sarebbero entrati nel nuovo territorio senza gregge.


Dio Condusse Israele In un Posto Di Umiliazione Totale.


I figli di Israele erano assolutamente impotenti: padri, madri, principi, leader - non sapevano a chi rivolgersi. I basti dei cammelli erano vuoti. Non avevano frutta secca, non avevano pesce essiccato, non avevano pane, né fichi né datteri, né uva né noci. Senza dubbio, avevano visto perire il seguito del Faraone - grandi carovane cariche di cibo che galleggiavano sul Mar Rosso! Il loro pensiero logico sicuramente sarà stato: "Dio conosceva il giorno e l'ora in cui saremmo usciti dall'Egitto. Mosé parla con Dio - allora perché non ci ha detto di portarci provviste per sei mesi? Persino gli dei d'Egitto avrebbero trattato meglio i loro soldati. Perché ci avete chiesto di prendere tutto quest'oro, quest'argento e questi gioielli? Non li possiamo mica mangiare - non valgono a niente qui!"

Sul terreno non cresceva neanche un filo d'erba - non c'erano animali da cacciare - non c'erano alberi da frutta - non c'erano forestieri con cui trattare. Non sarebbero potuti ritornare in Egitto neanche se lo avessero voluto - il Mar Rosso impediva la ritirata! E anche se avessero scoperto il modo per attraversare il mare, gli egiziani li avrebbero accolti duramente, perché li avevano riempiti di piaghe.

Perciò non avevano nient'altro davanti che un deserto vuoto e arido. I bambini piangevano e le mogli stringevano loro le mani. Ogni padre ed ogni marito si sentiva impotente ed umiliato. Si radunarono tutti intorno a Mosé e si lamentarono: "Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!" (Esodo 16:3).

Questa era un'umiliazione per Israele - e per noi oggi è una lezione. "Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro... Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche" (1 Corinzi 10:6,11).


Israele Non Era Pronto Per Ottenere Tutte Le
Benedizioni Che Dio Aveva In Serbo Per Lui


"Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore" (Deuteronomio 8:3).

La prima lezione di questo verso si trova nelle parole "..ti ha fatto provare la fame". Questa frase venne pronunciata 40 anni dopo perché Mosé non voleva che Israele dimenticasse questa lezione umiliante. "Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni" (Deuteronomio 8:2).

Ricordate che è stato Dio a far provare loro la fame - Dio li aveva fatti uscire impreparati e aveva fatto cadere su loro questa crisi - Dio li aveva messi con le spalle al muro ed aveva fatto diventare il cielo di rame per loro. Era stato Dio a condurli in queste circostanze umilianti! Satana non ebbe niente a che fare con la loro triste condizione. Era tutto un esame per portare alla luce ciò che era dentro i loro cuori, "per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti" (Deuteronomio 8:2).

Lui conosce ciò che è in noi, ma vuole che anche noi lo sappiamo! La prova degli israeliti non riguardava il coraggio per affrontare potenti nemici, i giganti o i carri di ferro; Dio infatti aveva già dimostrato di voler combattere le battaglie per loro. Ma questa prova riguardava le benedizioni per cui erano impreparati - un incredibile numero di benedizioni: buone abitazioni, grandi depositi di vino, fiumi di latte, abbondanza di miele, di grano e di bestiame - per non parlare di tutte le benedizioni spirituali.

"Perché il Signore, il tuo Dio, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d'acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti ... paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla... Guardati dal dimenticare il Signore, il tuo Dio... affinché non avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato delle belle case, dopo che avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento, il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, che il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il Signore, il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Guardati dunque dal dire in cuor tuo: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno procurato queste ricchezze" (Deuteronomio 8:7-17).

Il Signore sta parlando qui non solo ad Israele - ma anche a noi oggi. Lo scopo della loro umiliazione era ben chiaro: "affinché il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il Signore, il tuo Dio" (Deuteronomio 8:14). Doveva insegnare ad Israele come usare tutte le benedizioni che stava per riversare su loro. E Dio deve umiliare noi allo stesso modo.

Vedete, anche se i figli d'Israele erano protetti dal sangue e liberi, condotti in modo soprannaturale e oggetto dell'amore e della potenza operante di Dio, mancavano di una cosa: non dipendevano da Dio!

Il Sangue può coprire i tuoi peccati, ma non ti fa dipendere da Lui. I miracoli possono liberarti dalla potenza di Satana, ma non possono farti dipendere da Dio. Puoi essere condotto in modo soprannaturale da Dio e non confidare appieno in Lui.

Dio deve strappare da noi ogni nostra sicurezza e distruggere tutto ciò che rimane della nostra auto giustizia, del nostro orgoglio spirituale e del nostro vanto. Egli deve (e lo fa) umiliare tutti quelli che sono destinati ad ereditare le Sue grandi benedizioni spirituali.

Ha preso Saulo da Tarso - fiducioso in sé, pieno della sua giustizia, consumato dalla conoscenza delle Scritture, pieno di uno zelo divino, pronto a morire per Jehovah - e lo ha fatto diventare cieco! Saulo dovette essere umiliato davanti al mondo e fu condotto come un bambino, attendendo impotente che Dio si muovesse. Fu umiliato fino ad un punto di dipendenza totale!

In questo momento mi trovo sotto la mano umiliante di Dio! Io, come te, non sono arrivato. Se pensi di aver capito tutto, se credi di sentire direttamente la voce di Dio, se pensi di non aver mai sbagliato, se credi che le tue preghiere siano sempre esaudite - allora attenzione! Stai per essere condotto nella carestia, perché Dio permette che siamo affamati ed incapaci.

La chiesa di Times Square deve essere umiliata - e così è stata fino ad ora! Abbiamo avuto sei mesi di preghiera intensa contro una particolare legge sull'aborto, che ancora esiste. La pornografia dilaga ancora - e Satana ha messo in scena un'opera demoniaca nel teatro che Dio ha promesso di darci come luogo di adorazione. Perché? Dio ci sta provando, sta togliendo tutta la fiducia che abbiamo nell'uomo e nella carne e ci sta conducendo in un posto nel quale possiamo dipendere totalmente da Lui - tutto questo per prepararci ad una grande porzione della Sua presenza.

Dio può portarti in un luogo dove tutto sembra andare per il verso sbagliato: malattia, morte, voci conflittuali, preghiere mai esaudite, e le promesse di Dio sembrano prendere in giro le tue richieste e le tue lacrime. E' il momento dell'umiliazione - il tempo prestabilito per la tua preparazione.


"L'Uomo Non Vive Di Solo Pane, Ma Di Ogni
Parola Che Procede Dalla Bocca Di Dio"


Questo versetto di Deuteronomio 8:3 è così potente che Gesù stesso lo ha usato contro il diavolo durante la Sua grande tentazione nel deserto (vedi Matteo 4:1-4). Come i figli di Israele, anche Gesù era affamato. Quale maggiore umiliazione poteva esserci per il figlio di Dio se non quella di essere portato ad una dipendenza totale?

Come uomo, Gesù imparò l'obbedienza e la dipendenza dalle cose che ha sofferto, anche da questa crisi di fame. In realtà, quello che stava dicendo Gesù con queste parole era: "Non sono qui per compiacere me stesso o per vantare la mia carne. Sono qui per fare la volontà perfetta del Padre mio". Gesù rimise ogni sua preoccupazione umana nelle mani del Padre. In altre parole, stava dicendo: "Spenderò la mia vita ed il mio tempo ubbidendo al Padre, facendo la Sua perfetta volontà - ed Egli si prenderà cura di me".

Gesù sapeva che solo Dio poteva pronunciare la parola creativa: "Fame - vai via!" Ma sapeva anche che il Padre poteva dargli una carne che nessun uomo conosceva - perciò non pensò al cibo o alle bevande, ai vestiti o ad un'abitazione. Piuttosto si mise prima a cercare la volontà di Dio e lasciò che Egli si prendesse cura dei Suoi bisogni.

Gesù stava dicendo qualcosa di veramente profondo: "Non sono venuto a chiedere che il Padre mantenga la Sua parola; sono venuto affinché Io possa custodire tutte le Sue parole!" Gesù non aveva bisogno di un miracolo per aver la certezza dell'amore del Padre. Si rimise alle parole del Padre. Il suo grido non era: "Dio, mantieni la Parola che mi hai data!" ma piuttosto: "Fammi compiere la Tua Parola in tutte le cose".

Molti cristiani oggi sono ciò che chiamo credenti "del pane" - vivono solo di pane e chiedono sempre a Dio di dimostrare la Sua fedeltà. Hanno una fame interiore e pensano di conoscere ciò che può soddisfarli.

Nei primi anni del mio ministero, anch'io ero un cristiano "del pane". Avevo una fame profonda, guidata da bisogni inspiegabili. Quando pensai di aver bisogno di una chiesa nuova, la ottenni! Quando credevo di aver bisogno di un programma televisivo, lo ottenni! Quando ebbi bisogno di gente da convertire, la ebbi! Erano cose buone in se stesse, ma passavo anni a pregare: "Dio, dimostra la Tua potenza! Mandami dei soldi, ho dei debiti! Benedicimi Signore! Benedici il mio ministero! Rispondi alle mie preghiere! Voglio dimostrare al mondo che hai il potere. Guarisci i malati per dimostrare che sei lo stesso oggi!"

E' così raro che Dio trovi un cristiano il cui unico scopo nella vita sia quello di conoscere e di fare la volontà di Dio - come fece Gesù - e che non chieda mai: "Dio, dove sei?" ma che invece prega: "Dio, in quale posto mi trovo nell'ubbidienza e nella dipendenza?"

Quando saremo davanti al trono del giudizio, non verremo giudicati in base a quante guarigioni abbiamo operato o a quanti demoni abbiamo scacciato o a quante nostre preghiere sono state esaudite, o a quanti miracoli abbiamo compiuto. Saremo giudicati in base alla nostra dipendenza e alla nostra ubbidienza alla Sua Parola e alla Sua volontà.

In questi giorni e in questa epoca siamo diventati così bravi a "comandare" Dio. Comandiamo i demoni ed il diavolo, comandiamo alle potestà di cadere. Tutto questo è buono - ma quand'è che gridiamo: "O Dio! Comandami! Dimmi ciò che devo fare - mostrami la Tua volontà, voglio obbedire ad ogni Parola della Tua bocca"?

Attraverso queste cose, Dio ti sta dicendo: "Voglio essere la tua unica risorsa, la tua unica speranza. Voglio diventare l'unico oggetto della tua fiducia". Il mio grido è: "Dio, prenditi cura dei miei soldi - ma dammi la Tua mente. Prenditi cura della mia salute, della mia famiglia e dei miei bisogni - ma dammi solo la Tua Parola".


Gesù E' Ogni Parola Che Procede Da Dio


"Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio... la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre" (Giovanni 1:1,14).

Quanta Parola è diventata carne? Tutta! "Perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità" (Colossesi 2:9). Allora, come facciamo a vivere di ogni parola che procede dalla Sua bocca? Dovremmo forse prendere carta e penna e segnare ogni comandamento di Gesù e poi sforzarci ad osservarli finché non li facciamo nostri? Carissimi, persino dopo tutti questi anni di predicazione, non conosco tutti i preziosi comandamenti del Signore!

Per come la vedo io, c'è solo un modo per piacere al Signore: presentare i nostri corpi a Lui - togliere l'egoismo - e lasciare che Gesù viva la Sua vita in noi. Paolo diceva: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!" (Galati 2:20). Non era una vita spirituale mistica, vissuta ai confini della mente. No! Paolo continua nello stesso verso: "La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio". Significa che la fede deve essere poggiata sul Figlio di Dio. "Presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio" (Romani 6:13).

Questo è il luogo dove Dio ci sta portando, ad una grande piena abbondanza di latte, miele, olio e vino - le benedizioni spirituali in Cristo per cui Dio ci sta preparando. Quando abbiamo un corpo morto, crocifisso, umiliato e dipendente, Cristo lo possiede e vive la Sua vita in noi. Dio non opera attraverso la carne - nemmeno quella "buona"! Opera solo attraverso il Suo Figlio Gesù!

Paolo era un uomo "buono" - santo, immacolato, che osservava i comandamenti di Dio. Ma quel "buon" Paolo dovette morire giornalmente affinché Cristo potesse compiere la Sua opera e vivere la Sua vita in Paolo. C'è un canto che dice: "Oh, poter essere la Sua mano per toccare gli oppressi..." E' così vero! Mentre imponiamo le mani sui malati, non accadrà niente se non siamo la Sua mano, se non ci mettiamo da parte e non lasciamo che Gesù compia le opere del Padre attraverso noi. Per Paolo la chiave era: "Non io, ma Cristo" - ogni giorno mettere da parte Paolo e rivestirsi di Cristo. Eppure molti di noi non vogliono vivere Gesù, vogliamo indossarLo solo quando ci conviene - e toglierlo a nostro piacere come se fosse un vestito!

Vivere Cristo non è complicato. Prima di tutto, bisogna volere la Sua vita - con tutto ciò che c'è in noi. Poi bisogna affidare tutto a Lui, credendo che Egli prenda pienamente possesso di noi. Per ultimo, bisogna credere che quanto più abbiamo svuotato noi stessi, tanto più Egli ci riempirà di Lui!

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Permesso per l'uso concesso da World Challenge, P.O. Box 260, Lindale, TX 75771 USA.

 


Tradotto in Italiano da Susanna Giovannini - Formattato HTML da Marco Fornasini

Tutte le citazioni sono tratte dalla Bibbia "La Nuova Diodati"
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